Papa Francesco all'Aquila nella patria di Celestino V e parla di post-ricostruzione e dell'alto tasso di suicidi nelle carceri

Agli abruzzesi è andato subito un abbraccio virtuale sul piazzale del duomo

Domenica 28 Agosto 2022 di Franca Giansoldati
Papa Francesco all'Aquila nella patria di Celestino V ma parla solo di post-ricostruzione e dell'alto tasso di suicidi nelle carceri

L'Aquila – Il Papa all'Aquila ha lodato la forza di Celestino V perché non ha mai voluto essere ingabbiato dalle logiche di potere, di lui resta un esempio nonostante siano passati diversi secoli.

Parole che riflettono il tema del perdono e della umiltà ma di eventuali dimissioni sull'esempio dell'emerita da Morrone nemmeno l'ombra. Francesco ha semmai incoraggiato a coltivare l'arte della misericodia, accompagnando questo desiderio pastorale con una serie di denunce parallele, molto concrete, per le tante chiese abruzzesi ancora da ricostruire dopo il sisma. Infine un monito drammatico sull'alto tasso di suicidi avvenuti questa estate nel silenzio generale all'interno delle carceri italiane troppo sovraffollate. 

Bergoglio è arrivato all'Aquila, paese natale di Celestino V, prestando un occhio alla ricostruzione e alla forza dimostrata in questi anni dai familiari delle vittime del devastante sisma del 6 aprile 2009. Agli abruzzesi è andato subito un abbraccio virtuale sul piazzale del duomo. «Bisogna lavorare tutti insieme per attivare una collaborazione in sinergia con le istituzioni. Stiamo lavorando per il futuro». 

Non ha mancato poi di ricordare con garbo le chiese che non sono ancora state ristrutturate, molte delle quali imbragate per sicurezza, altre ancora prive del tetto, tutte però sono simboli feriti da far rientrare in un programma generale di recupero poiché, ha spiegato, la gente per andare avanti e coltivare speranza ha bisogno di simboli condivisi. 

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Un occhio di riguardo è andato al messaggio che viene veicolato al mondo dalla basilica di Collemaggio con l'apertura della Porta Santa che da il via alla Perdonanza celestiniana, rito antico e carico di valori. In piazza ad ascoltare le sue parole c'erano anche dei carcerati ai quali ha indirizzato parole solidali, addolorate e piene di pathos. La condizione carceraria gli sta molto a cuore e in questo caso ha fatto affiorare il fenomeno dei suicidi avvenuti quest'anno: un numero insopportabile che finora, ad agosto, ha superato quello del 2021, come ha nei giorni scorsi ha denunciato la associazione Antigone. 

Bergoglio si poi è inchinato davanti alla resilienza degli abruzzesi introducendo il tema della misericordia spiegando che si tratta dell’esperienza «di sentirci accolti, rimessi in piedi, rafforzati, guariti, incoraggiati. Essere perdonati è sperimentare qui e ora ciò che più si avvicina alla risurrezione. Il perdono è passare dalla morte alla vita, dall’esperienza dell’angoscia e della colpa a quella della libertà e della gioia». 

Per spostarsi da un posto all'altro della città, visto che non riesce a camminare bene, ha utlizzato la solita seggiola a rotelle spinta da uno dei collaboratori arrivati con lui  con l'elicottero della Aeronautica, decollato dall'eliporto vaticano, a pochi metri da Santa Marta. Tra la folla abruzzese, invece, si è mosso sulla papamobile scoperta. Anche nella omelia pronunciata in basilica chi si aspettava un cenno alla ipotesi di farsi da parte non ha trovato alcuno spazio. Le voci che erano circolate in Vaticano con insistenza nei mesi scorsi le aveva già smentite personalmente parlando ai giornalisti mentre viaggiava diretto in Canada, ricordando che in linea teorica qul sentiero è stato aperto da Papa Ratzinger ma per il momento non ne ravvede alcuna necessità. 

«Celestino V – ha sottolineato durante l'omelia - non è stato l’uomo del “no”, è stato l’uomo del “sì” (…) Infatti, non esiste altro modo di realizzare la volontà di Dio che assumendo la forza degli umili. Proprio perché sono tali, gli umili appaiono agli occhi degli uomini deboli e perdenti, ma in realtà sono i veri vincitori, perché sono gli unici che confidano completamente nel Signore e conoscono la sua volontà. È infatti ai miti che Dio rivela i suoi segreti. [...] Dagli umili egli viene glorificato. Nello spirito del mondo, che è dominato dall’orgoglio, la Parola di Dio di oggi ci invita a farci umili e miti. L’umiltà non consiste nella svalutazione di sé stessi, bensì in quel sano realismo che ci fa riconoscere le nostre potenzialità e anche le nostre miserie». E ancora. «Celestino V è stato un testimone coraggioso del Vangelo, perché nessuna logica di potere lo ha potuto imprigionare e gestire. In lui noi ammiriamo una Chiesa libera dalle logiche mondane e pienamente testimone di quel nome di Dio che è la Misericordia». 

Ultimo aggiornamento: 16:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA