Città del Vaticano - Papa Francesco ha deciso di mandare in Ucraina il suo ministro degli Esteri, monsignor Paul Gallagher. Secondo quanto si apprende da fonti diplomatiche l'arcivescovo avrebbe già dovuto essere a Kiev, ad incontrare il suo omologo Kuleba, già prima di Pasqua. Ad averlo trattenuto in Vaticano e ad avere rimandato la trasferta è stato il Covid, visto che è risultato positivo qualche giorno prima di partire.
La visita a Kiev
Non appena si riprenderà la visita diplomatica è destinata a tornare all'orizzonte e, di conseguenza, verrà fissata un'altra data in base alle rispettive agende istituzionali.
La diplomazia
Durante il volo di ritorno da Malta, due settimane fa, Papa Francesco ha ricordato alla stampa che la diplomazia vaticana sta lavorando per facilitare un dialogo ostico. Ha citato il lavoro del cardinale Parolin e di monsignor Gallagher: «stanno facendo di tutto. Naturalmente non si può pubblicare tutto quello che fanno, per prudenza, per riservatezza, ma siamo al limite del lavoro».
A chi gli chiedeva perchè non va a Kiev, come gli stanno chiedendo reiteratamente tante personalità politiche e religiose, Francesco rispondeva che resta sempre un progetto sul suo tavolo. «Fra le possibilità c’è il viaggio. Il presidente della Polonia mi ha chiesto di inviare il cardinale Krajewski a visitare gli ucraini, è andato già due volte, ha portato due ambulanze. L’altro viaggio che qualcuno mi ha domandato, in Ucraina, io lo dissi con sincerità che avevo in mente di andarci, che la mia disponibilità sempre c’è, non c’è il no. Ho detto che è sul tavolo, è lì come una delle proposte arrivate. Ma non so se si potrà fare, se è conveniente farlo e sarebbe per il meglio, è nell’aria tutto questo. Poi da tempo si era pensato ad un incontro con il patriarca Kirill, si sta lavorando e si sta pensando al Medio Oriente per farlo».
Intanto però Papa Francesco manderà a Kiev monsignor Gallagher appena si ristabilirà dal covid.
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