Papa Francesco da Atene denuncia: «In Europa la democrazia sta arretrando, troppa sfiducia nelle istituzioni»

Ha detto anche che «la Comunità europea, lacerata da egoismi nazionalistici, anziché essere traino di solidarietà, alcune volte appare bloccata e scoordinata»

Sabato 4 Dicembre 2021 di Franca Giansoldati
Papa Francesco da Atene denuncia: In Europa la democrazia sta arretrando, troppa sfiducia nelle istituzioni

Atene (Grecia) – Papa Francesco mette in guardia l'Europa dal virus dell'egoismo che sta disgregando il tessuto comune. «Si registra un arretramento della democrazia». Proprio come un cancro che agisce dal di dentro. Usa parole fortissime ad Atene - seconda tappa del suo viaggio nel Sud del Mediterraneo - per veicolare un messaggio a tutti i leader europei davanti alla presidentessa greca Katerina Sakellaropoulou. Cita De Gasperi in un suo storico discorso in cui si richiama la buona politica: «Si parla molto di chi va a sinistra o a destra, ma il decisivo è andare avanti e andare avanti vuol dire andare verso la giustizia sociale».

Scandisce bene queste parole che risuonano nel palazzo presidenziale. Dalle finestre si vede il Partenone. «Qui in Grecia è nata la democrazia. Senza Atene e senza la Grecia l'Europa e il mondo non sarebbero quello che sono, sarebbero meno pazienti e meno felici». Francesco ha preparato un lungo discorso articolato in quattro punti. Il primo riguarda l'indebolimento delle istituzioni democratiche. «Mentre l’autoritarismo è sbrigativo e le facili rassicurazioni proposte dai populismi appaiono allettanti».

E' preoccupato dal fatto che la gente in Occidente - dice -  è anestetizzata dal benessere consumistico, stanca e sfiduciata e questa deriva sfocia inevitabilmente in uno scetticismo democratico. «Ma la partecipazione di tutti è un’esigenza fondamentale; non solo per raggiungere obiettivi comuni, ma perché risponde a quello che siamo: esseri sociali, irripetibili e al tempo stesso interdipendenti».

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Questa analisi fa affiorare anche un altro problema: che la gente si sta staccando dalle istituzioni democratiche per via della burocrazia e per la perdita di identità. «Il rimedio a ciò non sta nella ricerca ossessiva di popolarità, nella sete di visibilità, nella proclamazione di promesse impossibili o nell’adesione ad astratte colonizzazioni ideologiche, ma sta nella buona politica». 

Il secondo punto che affronta riguarda la pandemia. In Grecia il Parlamento, a causa dell'alto tasso di contagi, ha imposto l'obbligo della vaccinazione a tutti gli over sessantenni e la Chiesa ortodossa ha recentemente emesso una sorta di anatema contro i no vax, al fine di diffondere il più possibile la campagna di immunizzazione. «La pandemia ci ha fatti riscoprire fragili e bisognosi degli altri. Anche in questo Paese è una sfida che comporta opportuni interventi da parte delle Autorità – penso alla necessità della campagna vaccinale – e non pochi sacrifici per i cittadini. In mezzo a tanta fatica si è però fatto strada un notevole senso di solidarietà, al quale la Chiesa cattolica locale è lieta di poter continuare a contribuire, nella convinzione che ciò costituisca l’eredità da non perdere con il lento placarsi della tempesta» sottolinea Francesco. Ma la pandemia, aggiunge, richiede anche una collaborazione «per aprire vie di pace attraverso un multilateralismo che non venga soffocato da eccessive pretese nazionaliste». 

Il terzo grande argomento che prende di petto è l'atteggiamento di Bruxelles e degli stati del Nord che hanno lasciato sole le nazioni collocate geograficamente al Sud ad affrontare il flusso migratorio sempre più massiccio. «La Comunità europea, lacerata da egoismi nazionalistici, anziché essere traino di solidarietà, alcune volte appare bloccata e scoordinata. Se un tempo i contrasti ideologici impedivano la costruzione di ponti tra l’est e l’ovest del continente, oggi la questione migratoria ha aperto falle anche tra il sud e il nord. Vorrei esortare nuovamente a una visione d’insieme, comunitaria, di fronte alla questione migratoria, e incoraggiare a rivolgere attenzione ai più bisognosi perché, secondo le possibilità di ciascun Paese, siano accolti, protetti, promossi e integrati nel pieno rispetto dei loro diritti umani e della loro dignità». 

Non manca, infine, una riflessione alle leggi eutanasiche che avanzano in tutti gli stati europei. Francesco richiama alla mente le parole del giuramento di Ippocrate e «l’impegno a regolare il tenore di vita per il bene dei malati, ad astenersi dal recare danno e offesa agli altri, a salvaguardare la vita in ogni momento, in particolare nel grembo materno. Va sempre privilegiato il diritto alla cura e alle cure per tutti, affinché i più deboli, in particolare gli anziani, non siano mai scartati. La vita è infatti un diritto, non la morte, la quale va accolta, non somministrata». 

Francesco nel discorso sorvola invece sui contrasti molto forti tra la Grecia e la Turchia, anche se l'argomento viene preso di petto solo dalla presidentessa che lo ringrazia comunque per il sostegno ricevuto per la trasformazione della basilica ortodossa di Santa Sofia (ad Istanbul) in una moschea. Una decisione del presidente Erdogan che aveva causato forti tensioni e malumori in tutto il mondo cristiano. 

L'occasione della visita papale cade nel duecentesimo anniversario della indipendenza «dal gioco ottomano” e, sottolinea la presidente, assume un forte valore simbolico.

Ultimo aggiornamento: 13:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA