Papa Francesco in Giappone corona un sogno, volevo venire qui sin da ragazzo

Domenica 24 Novembre 2019 di Franca Giansoldati
Papa Francesco in Giappone corona un sogno, volevo venire qui sin da ragazzo

Tokyo – «Sono molto contento per il dono di visitare il Giappone». Le prime parole del Papa appena arrivato dalla Thailandia, dopo un altro lungo volo, sono quasi una confessione. Questo paese era il sogno che aveva da ragazzo. Francesco appare fisicamente provato e stanco, ma si vede che è soddisfatto e di buon umore. Il motivo lo confida ai presenti nella nunziatura, un edificio circondato da un ampio parco, in un quartiere residenziale di Tokyo. Prima di iniziare a leggere il discorso si scusa per essere entrato senza salutare nessun vescovo. «Voi penserete: ma come sono maleducati questi argentini». La battuta viene accolta tra le risate dei presenti. 

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Poi racconta che prima di farsi prete era fortemente attratto dall'Asia, e dal Giappone in particolare. Lo affascivano le storie dei cristiani nascosti, martirizzati durante gli anni del silenzio, della grande persecuzione durata oltre 250 anni, durate fino alla fine del XVIII secolo. Gente devota che trasmetteva la fede ai figli, battezzandoli e insegnando loro il Vangelo, e questi facevano altrettanto, di nascosto dalle autorità, una volta diventati grandi. Una storia gloriosa ed eroica, ricorda Francesco. Dice di essere arrivato «come pellegrino-missionario sulle orme di San Francesco Saverio», il gesuita che introdotto il cristianesimo.

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Oggi nel paese i cristiani sono una minima parte, appena lo 0,62% della popolazione e sono costituiti per la maggior parte da lavoratori immigrati. Il governo di Shinzo Abe, pur avendo un orientamento tendenzialmente nazionalista, punta molto a costruire una immagine di nazione tollerante, moderna, aperta all'esterno, e anche per questo tiene in considerazione questa minoranza che gestisce con ottimi risultati la prestigiosa università Sophia di Tokyo. Il motto della visita papale fa leva sul concetto di difendere la vita che si declina in tanti aspetti. Dalla attenzione verso gli immigrati, alla battaglia dei cattolici contro la pena di morte, visto che in Giappone è ancora in vigore. Non si sa ancora se Francesco spenderà parole contro la pena capitale. Di sicuro il tema della vita lo indirizza verso i giovani sempre più alienati e sottoposti a derive ed esclusioni.

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Elenca l'aumento del numero dei suicidi. E' impressionante. Dice che è un “flagello”, causato dalla solitudine, dalla impreparazione a non saper più gestire i rapporti umani, soffocati dalla tecnologia e dall'individualismo. Tra gli adolescenti si riscontra anche una crescita del bullismo. Dice che “solo quello che si abbraccia può essere trasformato”. Servirebbe la riscoperta dei contatti umani, la ripresa del dialogo a tu per tu, la voglia di rafforzare i legami familiari e la solidarietà. Non sono parole vuote da queste parti. A Shinjuku, uno dei quartieri della città, ci sono persinolocali per persone sole che vogliono stare da sole, e tutto è pensato per non avere alcun contatto umano.

C'è poi una corrente di giovani che pensa che avere famiglia sia un peso e di fatto si liberano di qualsiasi legame. Forse è anche per questo che il Giappone osserva il crollo della demografia, con 126 milioni di abitanti attuali dovrebbero passare a 100 milioni alla metà del secolo, secondo le proiezioni. Un crollo drammatico e inevitabile anche perchè il governo non voler integrare gli stranieri, come pure garantire gli incentivi alla prole e le tutele per le donne. Di fatto il tasso di fecondità è di 1,44 figli per donna. In prospettiva non garantisce niente di buono per il futuro demografico. 
 

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