Papa Francesco e il racconto dei giorni al Gemelli: «Sono ancora vivo, mi sono informato grazie al Messaggero»

Il pontefice ai giornalisti: «So che il vostro lavoro è stato qui. Alcuni di voi hanno passato i giorni qui per informare la gente. Il vostro è un bel lavoro»

Sabato 1 Aprile 2023 di Franca Giansoldati
Papa Francesco e il racconto dei giorni al Gemelli: «Sono ancora vivo, mi sono informato grazie al Messaggero»

«Sono ancora vivo». «In questi giorni all'ospedale mi sono informato leggendo il Messaggero come al solito». Papa Francesco scende dall'auto, sta tornando a Santa Marta.

Si ferma a ridosso delle postazioni delle tv allestite in questi tre giorni di degenza al Gemelli. Scattano immediatamente i flash dei fotografi e si forma un capannello in una selva di telecamere. «So che il vostro lavoro è stato qui. Alcuni di voi hanno passato i giorni qui per informare la gente. Il vostro è un bel lavoro».

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Papa Francesco e il racconto dei giorni al Gemelli

Santità come si sente? Papa Bergoglio si mette a ridere. Ha il volto allegro. «Ancora vivo sai?» risponde alla giornalista della Cnn, Delia Gallagher. 

Ma non si era spaventato mercoledì quando ha avuto problemi di respiro? A questa domanda il Papa continua a ironizzare: «Mi viene in mente una volta che un vecchietto, molto più di me, ha ha detto di una situazione del genere. 'Ho visto arrivare la morte ma quanto è brutta eh». Francesco riassume i giorni di degenza in ospedale dopo la crisi respiratoria dovuta ad una infezione ai bronchi ricordando il momenti di incontro con i pazienti. «E' la cosa bella di essere prete e parroco, un po' come voi che avete il compito di informare la gente. Io ho seguito le cronache sui giornali e le cose che avete scritto. Leggo il Messaggero come al solito, è bello e chiaro, serve per evitare le fantasie. Grazie a tutti voi». Prima di risalire a bordo dell'auto assicura di non avere avuto paura. Ma cosa ha avuto di preciso? «Non si sa, è stato un malessere dopo l'udienza, come quando tu hai mal di stomaco e ti senti male. Ma ora sono ancora vivo». 

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Si avvicina ad un tratto un bambino con un braccio ingessato. Il Papa lo squadra e gli chiede: cosa ti è successo? Il ragazzino spiega che è stata una parata in porta venuta male. Francesco lo accarezza, si fa dare una penna da in gendarme e firma con la sua calligrafia minuscola il gesso: Francesco. «In Ospedale ho visto la gente che ci lavora, medici, infermieri. Ci vuole eroicità a lavorare in ospedale, ci vuole tanta tenerezza. Ieri nel reparto pediatrico ho osservato con quanta tenerezza trattano i piccoli». Al Papa viene rammentato il battesimo impartito al piccolo Miguel Angel. «E' bravo quel piccino». Ma non fa in tempo a salutare tutti («grazie per il vostro servizio, ci vediamo, domani faccio l'Angelus sul sagrato, dopo la messa delle Palme. Voi intanto riposatevi e grazie») che si avvicina una donna in lacrime. Il gendarme gli sussurra che ha perso nella notte la figlia. Francesco la tiene stretta al petto, cerca di consolarla mentre la giovane mamma si lascia andare a un pianto incontrollabile. 

Ultimo aggiornamento: 16:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA