Papa Francesco ad agosto all'Aquila, riparte il tormentone dimissioni (legate al precedente di Celestino V)

Domenica 5 Giugno 2022 di Franca Giansoldati
Papa Francesco ad agosto all'Aquila, riparte il tormentone dimissioni (legate al precedente di Celestino V)

Città del Vaticano – Torna a ripartire il tormentone delle dimissioni del Papa. Anche se il cardinale Giuseppe Petrocchi agli inizi di febbraio aveva anticipato alla stampa che Papa Francesco aveva accettato con grande entusiasmo l'invito ad andare all'Aquila per chiudere le celebrazioni della Perdonanza celestiniana e (soprattutto) per portare attenzione alla ricostruzione post-sisma ancora al palo, la conferma vaticana della visita del pontefice nel capoluogo abruzzese per il 28 agosto ha messo in fibrillazione il mondo d'Oltretevere e tanti osservatori. Le speculazioni - prive di fondamento -  che rimbalzano in queste ore prendono in esame le condizioni di salute di Francesco, ormai impossibilitato a camminare e da un mese su una sedia a rotelle, assieme alla simbologia di questa città, legata storicamente alla memoria di Celestino V, il primo papa dimissionario della storia. A questo si aggiunge che durante una visita all'Aquila anche Benedetto XVI volle recarsi sulla tomba di Celestino V per lasciarvi in dono il suo Pallio. Il suo gesto venne subito interpretato come la volontà manifesta di percorrere la stessa via ed abdicare, cosa che poi effettivamente successe quattro anni dopo nel 2013. 

Le voci stavolta si sono intensificate quando il Papa dalla finestra del palazzo apostolico ha fatto sapere ai fedeli che per la fine di agosto avrebbe indetto un concistoro per la creazione di 16 nuovi cardinali elettori. A catturare l'attenzione è stata la data scelta, piuttosto bizzarra: il 26 agosto solitamente un periodo di vacanze per tutti per via del caldo afoso di Roma dove si sfiorano i 40 gradi all'ombra. Non solo: per i giorni immediatamente successivi Bergoglio ha convocato una riunione straordinaria tra tutti i porporati per parlare con loro della riforma della curia e di come la Chiesa deve adeguarsi alle sollecitazioni esterne. In assenza di spiegazioni ufficiali questo appuntamento inedito si può leggere in diversi modi, sia perché i cardinali da tempo gli rimproveravano di non avere mai ritenuto necessaria una consultazione generale sulla Costituzione apostolica, sia per dare modo a tutti i membri del collegio cardinalizio di familiarizzare, conoscersi, incontrarsi, scambiarsi idee. Cosa che potrebbe tornare molto utile in un eventuale futuro conclave, considerando che molti di loro non si conoscono proprio.

 

A questo aspetto però se ne aggiunge un altro: ultimamente c'è stata una evidente accelerazione di diversi eventi come i viaggi in Africa, in Canada, in Kazakhstan e, non ultima, la pubblicazione affrettata della Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium: quando il 19 marzo è stato diffuso il testo i canonisti si sono accorti che in tanti passaggi vi erano vistosi svarioni, tali da richiedere una correzione ulteriore in corsa. Qualcuno, ovviamente, si è chiesto che bisogno c'era di pubblicarla con tanta velocità, senza una rilettura, senza pazientare un altro poco. Del resto erano otto anni che il testo era in fase di studio.  

Papa Francesco quando è stato eletto nel 2013 ha avuto il mandato dei suoi elettori di riformare la Curia romana, di snellirla, di decentrarne diverse funzioni, di razionalizzarla e di privare del potere che ha sempre avuto la Segreteria di Stato. Ora che il progetto è stato raggiunto il compito principale del pontefice argentino, votato in conclave proprio su questo programma, si può dire che lo abbia portato a termine.

Papa Francesco però al momento non sembra proprio avere intenzione di dimettersi e lo ha pure fatto capire ai vescovi italiani quando, due settimane fa, ha preso parte alla loro assemblea generale rispondendo a tante domande, una delle quali riguardante la sua salute. Francesco ha spiegato che il ginocchio lo fa soffrire parecchio e che avrebbe bisogno di una operazione ma che non ci pensa proprio poiché si tratterebbe di sottoporsi ad anestesia generale. Il Papa ha spiegato che durante l'ultima anestesia, nel luglio 2021, non era stato tanto bene. Si trattava di un intervento d'urgenza  che doveva durare poco ma che per alcune complicazioni si è protratto ore. I medici gli hanno dovuto asportare 30 centimetri di colon. La equipe chirurgica del Gemelli non ha mai firmato un bollettino medico, le informazioni al mondo sono state fornite solo dalla Sala Stampa vaticana ma senza mai specificare nel dettaglio l'intervento del pontefice.  Il Vaticano ha però escluso che vi fosse una forma tumorale.

Ultimo aggiornamento: 6 Giugno, 01:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA