Papa Francesco, cosa potrà fare? «Stare all'aria fresca non gli farà male, a meno che non piova», il parere del geriatra

Il presidente dei geriatri italiani: «La prova che è in salute? La sua voglia di fare il Papa»

Venerdì 31 Marzo 2023 di Mauro Evangelisti
Papa Francesco, cosa potrà fare? «Stare all'aria fresca non gli farà male, a meno che non piova», il parere del geriatra

La buona notizia è che in pochi giorni Papa Francesco sarà dimesso e «questo è importante, significa che, malgrado l’età, ha superato in tempi rapidi la malattia senza complicazioni».

L’altra faccia della medaglia è che il Santo Padre dovrà frenare la sua irruenza e la sua generosità, amministrando meglio le forze. «Anche se porre troppi limiti a un paziente non più giovane non sempre è la scelta migliore» spiega il professor Andrea Ungar, presidente della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg) e docente di Geriatria all’Università di Firenze.

Papa Francesco visita il reparto di oncologia pediatrica e battezza un bimbo ricoverato

Professore, il Santo Padre dopo avere superato questi giorni di malattia legati all’infezione respiratoria e anche alla luce dei suoi acciacchi (a partire dal problema al ginocchio), dovrà cambiare il suo stile di vita?

«Partiamo da un segnale positivo: un paziente di 86 anni, con una insufficienza respiratoria che richiede ricovero, che in tre giorni viene rimandato a casa ci dice che la sua situazione generale è buona: ha reagito bene. In alcuni casi, purtroppo, il ricovero può essere l’innesco di reazioni a cascata. Soprattutto in persone estremamente fragili. Sappiamo tutti che a volte un anziano si ricovera per una ragione, ma poi si innescano quei meccanismi a cascata molto pericolosi. Il fatto che torni a casa dopo soli tre giorni è una ottima notizia, anche perché mostra la sua capacità di risposta. Teniamo poi conto che oggi tante cose si possono curare a casa».

E il Pontefice in Vaticano può comunque avere un’assistenza di alto livello, certo.

«Nessuno però si prenderebbe la responsabilità di dimetterlo se le sue condizioni non fossero realmente buone».

Bergoglio parteciperà a tutti i riti della Settimana Santa. Sarà al Palatino per la Via Crucis e le temperature serali non sono ancora così alte a Roma in questo periodo. Si tratta di un azzardo?

«Vediamo come sta. Lui è il Papa, lo sa lui come sta...».

Parliamo di un paziente generico di 86 anni che ha avuto la bronchite allora. Non dovrebbe riguardarsi di più?

«Venerdì prossimo sarà trascorsa quasi una settimana dalle dimissioni... Poi certo se quella sera diluvierà, se ci sarà molto freddo, allora è un’altra cosa. Però badi: non è che l’aria aperta fa male ai pazienti, fa molto peggio il letto. Tenere a letto per una settimana un signore di 86 anni che ha superato una infezione respiratoria è il modo migliore per farlo crollare. Le dirò di più: la voglia di partecipare alla Via Crucis aiuta il Papa a guarire, è la dimostrazione della forza d’animo».

Non vale solo per il Santo Padre, ma a una certa età non di rado c’è una sorta di rivolta nei confronti dei medici, non si ascoltano più i loro consigli. Per voi geriatri questo è un guaio?

«Tutto dipende da come ci si pone con i pazienti e dalle limitazioni che decidiamo di dar loro. A volte sono proprio le limitazioni a essere sbagliate. Quando si compie una certa età si ha la paura di essere limitati nella propria libertà. Un anziano deve essere libero come un giovane. Le indicazioni sanitarie strette da seguire ci sono, ma sono poche».

Però il Papa dovrà fare più attenzione, non prendere freddo, non forzare.

«Certo, ma questo vale per qualsiasi ottantaseienne».

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