Papa Francesco: «Si governa con la testa e non con le ginocchia». Ecco quando potrebbe dimettersi

Bergoglio ammette che gli è pesato tanto usare la carrozzina, introdurla nei viaggi in giro per il mondo o durante le udienze in Vaticano

Venerdì 10 Marzo 2023 di Franca Giansoldati
Papa Francesco: «Si governa con la testa e non con le ginocchia». Ecco quando potrebbe dimettersi

L'esaurimento psico-fisico a non mettere più a fuoco le cose potrebbe indurre Francesco a dimettersi. Dopo che Benedetto XVI nel 2013 ha aperto la strada delle dimissioni Francesco ha sempre ripetuto che resta una possibilità aperta ma al momento non la contempla. “Si governa con la testa e non con le ginocchia” ha chiarito tempo fa in riferimento alle difficoltà nella deambulazione che, a 86 anni, lo hanno ormai costretto all'uso della carrozzina per spostarsi. Ma cosa potrebbe portarlo davvero ad un passo del genere? La domanda gli è stata posta dalla televisione svizzera RSI, in una intervista fatta a Santa Marta. E per la prima volta Bergoglio indica una ragione concreta: «Una stanchezza che non ti fa vedere chiaramente le cose. La mancanza di chiarezza, di sapere valutare le situazioni. Anche il problema fisico, può darsi. Su questo domando sempre e seguo i consigli. Come vanno le cose? Ti sembra che devo… alle persone che mi conoscono, anche ad alcuni cardinali intelligenti. E mi dicono la verità: continua va bene. Ma per favore: gridare a tempo». Papa Bergoglio ammette che gli è pesato tanto usare la carrozzina, introdurla nei viaggi in giro per il mondo o durante le udienze in Vaticano, presentandosi fragile e bisognoso di aiuto: «mi vergognavo un po’».

Riconosce anche di sentirsi indebolito. L'età avanza, gli impegni di governo sfibrano e continuano ad essere pressanti ogni giorno, con una agenda sempre piena di appuntamenti. «Sono vecchio. Ho meno resistenza fisica, quella del ginocchio è stata un’umiliazione fisica, anche se adesso sta guarendo bene».

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Il pensiero della morte

Ogni tanto, è quasi inevitabile, anche lui pensa alla morte ma racconta di fare piuttosto fatica ad immaginare l'ora della verità, il passaggio fatale. “L'aldilà non posso immaginarlo. Non so cosa sarà. Soltanto chiedo alla Madonna che mi stia accanto». Da dieci anni, da quando è stato eletto dai cardinali il 13 marzo 2013, non vive più a Buenos Aires e ha cambiato totalmente le sue abitudini, il suo stile di vita. Gli manca «camminare, andare per la strada. Camminavo tanto. Usavo la metro, il bus, sempre con la gente”. Durante un colloquio con dei sacerdoti avvenuto nei primi anni di pontificato confidò loro di avvertire il bisogno di andarsi a mangiare una pizza con qualche amico, senza essere riconosciuto, passando quasi inosservato. Ovviamente per il Papa è impensabile benché di tanto in tanto, in incognito, Bergoglio accomagnato da una scorta ridotta all'osso, si concede qualche visita a qualche amico o qualche appuntamento esterno.

Le rivelazioni alla tv svizzera

Alla tv svizzera assicura di non essere cambiato, di avere sempre avuto “una preferenza per gli scartati, ma questo non vuole dire che io scarti gli altri. I poveri sono i prediletti di Gesù. Ma Gesù non manda via i ricchi». Poi ripercorre anche il cammino istituzionale e politico fatto in questo decennio e cita la filosofa argentina Amelia Podetti: “la realtà si vede meglio dagli estremi che dal centro. Dalla distanza si capisce l’universalità. È un principio sociale, filosofico e politico». Come dire che il suo progetto di riforma per la Chiesa è frutto di una elaborazione che parte da lontano. E anche da questa prospettiva valuta con angoscia lo sviluppo della guerra in Ucraina. Il paragone che gli viene è a quanto accaduto nel 1939 è immediato. «In poco di più di cent’anni ci sono state tre guerre mondiali: ’14-’18, ’39-’45, e questa che è una guerra mondiale. È cominciata in pezzetti e adesso nessuno può dire che non è mondiale. Le grande potenze sono tutte invischiate. Il campo di battaglia è l’Ucraina. Lì lottano tutti. Questo fa pensare all’industria delle armi. Un tecnico mi diceva: se per un anno non si producessero le armi sarebbe risolto il problema della fame nel mondo. È un mercato. Si fa la guerra, si vendono le armi vecchie, si provano le nuove». Francesco ripete che vorrebbe incontrare Vladimir Putin per fermare il conflitto. Se lo incontrasse oggi cosa gli direbbe? «Gli parlerei chiaramente come parlo in pubblico. È un uomo colto. Il secondo giorno della guerra sono stato all’ambasciata di Russia presso la Santa Sede a dire che ero disposto ad andare a Mosca a patto che Putin mi lasciasse una finestrina per negoziare. Mi scrisse Lavrov dicendo grazie ma non è il momento. Putin sa che sono a disposizione. Ma lì ci sono interessi imperiali, non solo dell’impero russo, ma degli imperi di altre parti. Proprio dell’impero è mettere al secondo posto le nazioni». Cosa pensa dell’Europa?

«In questo momento ha tanti politici, capi di governo o ministri giovani. Dico loro sempre: parlate fra voi. Quello è di sinistra, tu sei di destra, ma siete giovani ambedue, parlate. È il momento del dialogo fra i giovani».

Ultimo aggiornamento: 11 Marzo, 01:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA