Papa Francesco nel cimitero francese: «Brava gente morta nel 1944 per difendere patria, valori e ideali»

Martedì 2 Novembre 2021 di Franca Giansoldati
Papa Francesco nel cimitero francese: «Brava gente morta nel 1944 per difendere patria, valori e ideali»

Città del Vaticano – Si ferma davanti alle prime tombe dove sono sepolti alcuni dei soldati francesi morti nel 1944 per la liberazione dell'Italia dal nazi-fascismo e depone una rosa bianca.

Una fiore per ogni sepolcro. Poco dopo Papa Francesco, all'altare, mentre celebra la messa per i defunti nel cimitero militare francese, a Monte Mario, ha voluto ricordare tutti i caduti in guerra elencando i principali sacrari simbolo. Redipuglia, Normandia (dove, dice, morirono 40 mila soldati durante lo sbarco), Anzio, il Piave per la Grande Guerra nel 1914.

«Questa gente – brava gente – è morta in guerra, è morta perché è stata chiamata a difendere la patria, a difendere valori, a difendere ideali e, tante altre volte, a difendere situazioni politiche tristi e lamentabili. E sono le vittime, le vittime della guerra, che mangia i figli della patria. Cadevano…» Papa Francesco appare commosso, quando saluta alcuni bambini. Poi lancia un appello alla comunità internazionale.

«Mi sono fermato davanti a una tomba: Inconnu. Mort pour la France. 1944. Neppure il nome. Nel cuore di Dio però c’è il nome di tutti noi, ma questa è la tragedia della guerra. Sono sicuro che tutti questi che sono andati in buona volontà, chiamati dalla patria per difenderla, sono con il Signore. Ma noi, che stiamo in cammino, lottiamo sufficientemente perché non ci siano le guerre? Perché non ci siano le economie dei Paesi fortificate dall’industria delle armi? Oggi la predica dovrebbe essere guardare le tombe: Morto per la Francia; alcune hanno il nome, poche altre no. Ma queste tombe sono un messaggio di pace: “Fermatevi, fratelli e sorelle, fermatevi! Fermatevi, fabbricatori di armi, fermatevi!».

Non è la prima volta che Francesco chiede alla comunità internazionale di fermare il traffico di armi, preoccupato per l'escalation in alcune zone del mondo e, soprattutto, per il doppio registro di tanti governi pronti a parlare di pace da una parte mentre dall'altra vendono armi a paesi in guerra.

Il cimitero francese è diviso in due parti, una dedicata ai caduti di religione cristiana e l'altro - un piccolo settore - di religione musulmana, dove sono sepolti i soldati provenienti dalle colonie, tra cui i famigerati Goumier, truppe d'assalto di origine marocchina, particolarmente efferati e crudeli tanto da avere seminato il terrore in diversi paesini della Ciociaria con violenze ai civili, alle donne, e anche ad alcuni sacerdoti che tentavano di difenderle come si evince dagli interventi che si ascoltarono nel Parlamento italiano nell'immediato dopoguerra da parte di alcuni deputati comunisti tra cui Maria Maddalena Rossi – giornalista ed antifascista - che si prese particolarmente a cuore il problema dei risarcimenti alle vittime. Nelle interpellanze la deputata descriveva che tra l'aprile e il giugno 1944, dopo la rottura del fronte del Garigliano, nella zona del cassinate i soldati Goumier fecero irruzione nelle case dei civili con saccheggi e violenze su uomini e soprattuto donne. 

Francesco nella commemorazione per tutti i defunti evita di entrare nelle polemiche storiche e si concentra sul significato della morte. «Mi viene in mente uno scritto, alla porta di un piccolo cimitero, al nord: Tu che passi, pensa ai tuoi passi, e dei tuoi passi pensa all’ultimo passo. La vita è un cammino, tutti noi siamo in cammino. Tutti noi, se vogliamo fare qualcosa nella vita, siamo in cammino. Che non è passeggiata, neppure labirinto, no, è cammino. Nel cammino, noi passiamo davanti a tanti fatti storici, davanti a tante situazioni difficili. E anche davanti ai cimiteri. Il consiglio di questo cimitero è: Tu che passi, ferma il passo e pensa, dei tuoi passi, all’ultimo passo. Tutti avremo un ultimo passo».

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