Città del Vaticano – Cresce il numero dei vescovi tedeschi convinti che la Chiesa attualmente sia troppo maschilista e che sia arrivato il momento di dare alle donne maggiore potere e gestione, anche nei ruoli di vertice.
Franz-Josef Bode, vice presidente della Conferenza episcopale e vescovo di Osnabrueck, nel libro ha messo in evidenza la prospettiva «di una sempre maggiore responsabilità di leadership per le donne e la loro partecipazione a tutti i ministeri e uffici». A suo parere sarebbe auspicabile che la Chiesa venga plasmata maggiormente dalla parte femminile, anche dal punto di vista teologico. Alle donne non è concessa la ordinazione, ma tutti gli altri uffici che non comportano l'ordinazione possono essere ricoperti da donne. Una posizione condivisa ampiamente da vari settori della Chiesa.
Il cardinale Reinhard Marx di Monaco ha affermato di trovare «ormai difficile immaginare una Chiesa sinodale in cui uomini e donne lavorano insieme, deliberano, discutono ma poi alla fine solo una cerchia di vescovi prende decisioni».
Marx ha anche sottolineato come nella curia di Roma, ma anche nei seminari, vi sia un deficit effettivo di inclusione femminile. Il vescovo Gerhard Feige di Magdeburgo, invece, ha scritto che molte persone non credono più alla decisione del Magistero di vietare l'ordinazione delle donne. L'uguaglianza dei diritti delle donne nelle società moderne e la «consapevolezza dei loro uguali doni spirituali» sono una sfida urgente. Per ultimo il vescovo Heiner Wilmer di Hildesheim è convinto che ci sono state molte donne eccezionali nella storia della Chiesa. «Tuttavia, le donne sono ancora ascoltate troppo poco, hanno poca influenza e autorità. In questo modo ci mancano doni spirituali vitali e vivificanti».