Papa Francesco tuona contro caporalato e sfruttamento dei migranti

«I diritti dei lavoratori, dei migranti, dei malati, dei bambini non nati, delle persone in fin di vita e dei più poveri sono sempre più spesso trascurati o negati. Chi non ha capacità di spendere e di consumare sembra non valere nulla. Ma negare i diritti fondamentali, negare il diritto a una vita dignitosa, a cure fisiche, psicologiche e spirituali, a un salario giusto significa negare la dignità umana».

Venerdì 10 Dicembre 2021 di Franca Giansoldati
Papa Francesco tuona contro caporalato e sfruttamento dei migranti
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Città del Vaticano – Papa Francesco condanna chi nega i diritti dei braccianti, tuona contro il caporalato e nega i diritti dei lavoratori.

In un discorso molto articolato - che arriva proprio mentre si è dimesso il prefetto Michele Di Bari, la cui moglie è tra gli undici indagati che hanno avuto l'obbligo di dimora a seguito di una inchiesta chiamata "Sotto Padrone", condotta dai carabinieri di Manfredonia e diretta dalla procura di Foggia - il Papa è tornato a parlare delle condizioni terribili a cui sono costretti a sottostare decine di migliaia di braccianti.

«Lo stiamo vedendo: quanti braccianti sono - scusatemi la parola - 'usati' per la raccolta dei frutti o delle verdure… E poi, pagati miserabilmente e cacciati via, senza alcuna protezione sociale». In Vaticano la notizia della inchiesta ha fatto rumore anche perché Michele Di Bari siede nel cda di uno degli ospedali della Santa Sede, la Casa Sollievo della Sofferenza. 

Francesco ricevendo stamane in udienza i membri dell'Unione Giuristi Cattolici Italiani ha detto: «I diritti dei lavoratori, dei migranti, dei malati, dei bambini non nati, delle persone in fin di vita e dei più poveri sono sempre più spesso trascurati o negati. Chi non ha capacità di spendere e di consumare sembra non valere nulla. Ma negare i diritti fondamentali, negare il diritto a una vita dignitosa, a cure fisiche, psicologiche e spirituali, a un salario giusto significa negare la dignità umana». 

«Riconoscere in linea di principio e garantire in concreto i diritti, tutelando i più deboli, è ciò che ci rende essere umani. Altrimenti ci lasciamo dominare dalla legge del piu' forte e diamo campo libero alla sopraffazione». 

«Ho ancora negli occhi e nel cuore le esperienze vissute nel recente viaggio apostolico a Cipro e in Grecia - ha ricordato -. Domenica scorsa, visitando i rifugiati nel campo di Mytilene, sull'isola di Lesbo, ho ricordato tra l'altro che "il rispetto delle persone e dei diritti umani, specialmente nel continente che non manca di promuoverli nel mondo, dovrebbe essere sempre salvaguardato, e la dignita' di ciascuno dovrebbe essere anteposta a tutto"». 

Francesco ha poi aggiunto: «Eppure, quanto siamo distanti da questo rispetto! - ha esclamato Bergoglio - Soprusi, violenze, negligenze, omissioni non fanno altro che aumentare la cultura dello scarto. E chi non ha tutele verrà sempre messo ai margini». 


 

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