Città del Vaticano - Il cardinale Pietro Parolin definisce «un momento triste nel cammino della Chiesa» la vicenda del defenestramento del cardinale Becciu e l'inchiesta sull'immobile a Londra sulla quale stanno indagando i magistrati. «Speriamo che le cose si possano chiarire. Mi dispiace per tutti quelli che sono coinvolti: anche per loro comporta un grande dolore. Ma speriamo che si possa chiarire tutto e ci sia questa volonta' da parte di tutti di seguire il Papa sulla via della correttezza e della trasparenza» ha dett mentre usciva dal convegno sulla liberta' religiosa organizzato dall'Ambasciata Usa presso la Santa Sede. Alla domanda se altri funzionari o cardinali perderanno il posto, il porporato ha risposto: «Non lo so!».
Nel frattempo sta facendo discutere la lettera aperta inviata al Papa da monsignor Alberto Perlasca, uno dei sei funzionari licenziati dal Papa per lo scandalo scoppiato sull'immobile londinese. Perlasca ora però sta collaborando con gli inquirenti spifferando tutto quello che sa, svelando le presunte irregolarità del suo ex superiore alla Segreteria di Stato.
Al Papa assicura la sua buona fede e la voglia di aiutarlo a fare pulizia sulle opacità della curia. Perlasca è stato per anni il capo ufficio che si occupava di gestire i fondi riservati e fare gli investimenti. Per Perlasca Becciu ha spiegato che nella Segreteria di Stato tutti erano convinti che l'uomo del Papa fosse Becciu e non Parolin, e che il Sostituto non faceva niente perché si pensasse diversamente. Tra gli episodi su cui si sarebbe concentrato lo sfogo è quello relativo ai 100mila euro per la cooperativa sarda che poi si rivelerà essere la Spes di Ozieri, di cui è presidente il fratello di Becciu, aggiungendo però di non conoscerne bene i dettagli.
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