Papa Francesco in Congo cerca di fermare la guerra strisciante con il Ruanda, alla messa un milione di persone

Mercoledì 1 Febbraio 2023 di Franca Giansoldati
Papa Francesco in Congo cerca di fermare la guerra strisciante con il Ruanda, alla messa un milione di persone

Un milione di persone alla messa del Papa a Kinshasa, in Congo, stamattina hanno ascoltato un grido disperato. L'obiettivo del Papa in Africa è di portare sotto i riflettori della comunità internazionale l'urgenza di fermare la guerra strisciante nel nord del Paese. Una situazione esplosiva che ha costretto Bergoglio a cancellare all'ultimo minuto la seconda tappa del suo viaggio nella regione di Goma, dove in questi ultimi tempi ci sono stati attentati sanguinosi, accuse reciproche e minacce tra il governo di Kinshasa e quello del Ruanda, mentre sottotraccia si rafforzano rivalità, corruzione e tentativi di controllare i grandi giacimenti minerari. Nella spianata dell'aeroporto Papa Francesco ha invitato i cristiani a farsi portatori di una nuova visione sottoineando che per tutti c'è il rischio di «andare avanti da soli, ricercando nella societa', ma anche nella Chiesa, il potere, la carriera, le ambizioni... Cosi', pero', si segue il proprio io anziche' il vero Dio».

L'altare dove ha celebrato la messa è il più grande che sia mai stato costruito in Congo. La messa è stata colorata e festosa, ricca di musiche e balli africani. 

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Il viaggio apostolico si concluderà il 5 febbraio a Giuba (Sud Sudan). Il Congo è tra i più ricchi paesi al mondo in termini di risorse naturali, eppure, questa ricchezza risiede è nelle mani di pochi ed è causa della guerra e della povertà estrema. Si stima che gli sfollati interni siano circa 5,2 milioni, mentre il 72% della popolazione vive in condizioni di estrema povertà, con meno di due dollari al giorno. Nel Sud del Paese si registra il tasso più alto di mortalità infantile: 1 bambino su 5 muore prima del compimento dei 5 anni. Ricchezze naturali e povertà estrema sono legate a doppio filo: nel distretto minerario di Kolwezi, dove si concentrano le riserve di cobalto, dominano violenza e sfruttamento. 

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Il lavoro minorile è una piaga ben nota e coinvolge circa 40mila bambini (fonte UNICEF, 2014): il dato è sottostimato, non essendoci censimenti ufficiali e aggiornati. Nonostante il Congo abbia annunciato di voler eliminare entro il 2025 l’impiego dei bambini nel settore minerario, questo obiettivo è ben lontano dall’essere raggiunto, anche a causa della crescente domanda di cobalto sul mercato globale.


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Impiegato nella produzione di smartphone, computer e veicoli elettrici, questo metallo è infatti considerato un materiale critico per l’Unione Europea anche nell’ottica della transizione ecologica: si stima che il suo utilizzo sia destinato a moltiplicarsi di 5 volte entro il 2030, e di 15 volte entro il 2050. Il Congo produce ed esporta tra il 50% e il 70% del cobalto a livello mondiale, una ricchezza di cui il Paese viene costantemente depredato.

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