Chiesa, niente padrini e madrine: svolta rigorista dei vescovi

Venerdì 26 Marzo 2021 di Franca Giansoldati
Chiesa, niente padrini e madrine: svolta rigorista dei vescovi

Padrini o madrine non dovrebbero limitarsi a fare le comparse e a dileguarsi dalla vita spirituale dei bambini subito dopo le cerimonie religiose. Piuttosto dovrebbero prendere per mano i piccoli e insegnare loro le tappe della fede. Dal battesimo, il più importante sacramento, all'accompagnamento per la prima comunione e, infine, la cresima.
E' partita l'anno scorso da Sulmona, in Abruzzo, una riflessione importante che sta avanzando lentamente su tutto il territorio nazionale.

E forse potrebbe anche allargarsi in tutta Italia. Chissà. La domanda cruciale che il vescovo Michele Fusco ha posto a tutti i parroci della sua diocesi è tutt'altro che marginale ai fini della crescita spirituale e della trasmissione cristiana: chi sono realmente coloro che portano in chiesa i neonati durante il rito del battesimo o accompagnano i ragazzini al momento della cresima?

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CATECHISTI
Secondo il vescovo (ma non è l'unico) forse non è affatto sufficiente essere solo dei buoni amici di famiglia o anche dei parenti stretti se poi manca tutto il resto, e cioè l'impegno costante e convinto a seguire il bambino negli anni del catechismo, ad insegnargli le prime preghiere o semplicemente a parlargli della presenza di Dio.
Considerando la progressiva perdita della fede in un paese come l'Italia che si sta orientando sempre più su una realtà scristianizzata, forse è arrivato il momento di analizzare meglio queste figure non secondarie, il loro ruolo e soprattutto il peso che dovrebbero esercitare per la maturazione del «figlioccio». Per farla breve l'anno scorso, ad agosto, monsignor Fusco ha firmato un decreto che ha abolito la figura del padrino e della madrina nella sua zona.
Si tratta di un esperimento pilota che avrà una validità triennale e servirà a capire come procedere in futuro. Per il momento i contraccolpi tra i fedeli e le giovani coppie - da poco diventate mamme e papà - non ce ne sono stati tanti. Si sono registrate solo timide reazioni, a metà strada tra il perplesso e l'incuriosito poi tutto è finito lì. E questo sembra avvalorare la tesi del vescovo che punta a ridisegnare questo importante passaggio e dare, in futuro, una maggiore carica di responsabilità ai padrini e alle madrine.
In poco tempo alla diocesi di Sulmona se ne sono affiancate altre, quella di Pescara e poi un'altra in Calabria, due al Nord e, ultimo caso, a Catania. «Ad esigere la presenza dei padrini non è la celebrazione in quanto tale, ma la crescita nella fede del battezzando o del cresimando, per cui essi dovranno essere credenti solidi, capaci e pronti a sostenere nel cammino della vita cristiana. Il loro compito è una vera funzione ecclesiale» ha spiegato ai fedeli il vescovo Gristina. Poi citando a corredo il Catechismo ha sottolineato con rammarico che nell'attuale contesto «socio-ecclesiale la presenza dei padrini e delle madrine risulta spesso una sorta di adempimento formale o di consuetudine sociale, in cui rimane ben poco visibile la dimensione della fede». A questo aspetto si aggiunge spesso «la situazione familiare complessa e irregolare di tante persone proposte per assolvere questo compito: ciò rende la questione ancora più delicata».


COERENZA
In questi mesi al quartier generale della Cei non vi sono stati commenti di sorta a proposito di queste iniziative anche perché i vescovi, sul territorio di loro competenza, hanno l'autorità necessaria per firmare decreti del genere. Tutto il resto è discrezionale. Il Codice di diritto canonico indica solo la possibilità della presenza di madrine e padrini, ma non l'obbligatorietà. Tuttavia si precisano le qualità richieste per svolgere questo compito: avere «una vita conforme alla fede».
«A Sulmona abbiamo pensato di fare un esperimento. Da tempo nella prassi quotidiana accadeva che chi si presentava per fare il padrino o la madrina poi non partecipava mai alla vita spirituale del bambino, non lo seguiva al catechismo per esempio. Da qui è partita la nostra riflessione che ha aperto altre riflessioni. Una su tutte: queste figure che accompagnano i bambini ai primi sacramenti non possono essere estranee alla fede».

Ultimo aggiornamento: 07:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA