Il cardinale Zuppi oggi vede Zelensky, il dossier dei bambini ucraini rapiti deportati in Russia e fatti adottare per 'russificarli'

Martedì 6 Giugno 2023 di Franca Giansoldati
Il cardinale Zuppi oggi vede Zelensky, il dossier dei bambini ucraini rapiti deportati in Russia e fatti adottare per 'russificarli'

CITTÀ DEL VATICANO È arrivato ieri mattina a Kiev con le prime luci dell'alba.
Nel piccolo trolley lo stretto necessario per una trasferta di due giorni appena, eppure il viaggio lampo in Ucraina del cardinale Matteo Zuppi è qualcosa di straordinariamente grave e simbolico. Servirà, si spera, a smuovere qualcosa per la liberazione degli oltre 20 mila bambini ucraini deportati in Russia. In questo passaggio storico preparato dal Papa si intravede la sua caparbia volontà di proiettare al di là delle logiche militari, diplomatiche e tattiche la speranza cristiana, e la forza di individuare un pertugio per allentare la diffidenza delle parti in guerra. Praticamente una missione impossibile. «Io però ai miracoli ci credo» aveva detto Zuppi alla vigilia.

INCOGNITE

Fino all'ultimo nessuno sapeva del suo arrivo, nemmeno l'ambasciata italiana avvertita solo ventiquattr'ore prima, un preavviso inconsueto. Avvolta nella segretezza anche l'agenda degli incontri con i vertici di Kiev, dal presidente Zelensky al ministro degli Esteri Kuleba che incontrerà oggi. Le diplomazie un po' spiazzate hanno iniziato a lavorare all'agenda seduta stante, con l'aiuto dell'arcivescovo Sviatoslav Shevchuk per individuare tempi e modalità. Intanto Zelensky ieri ha incontrato il ministro degli Esteri britannico per discutere del vertice Nato di Vilnius, della promozione della formula di pace ucraina e della preparazione della conferenza internazionale di Londra sulla ricostruzione dell'Ucraina.

Diga di Kakhovka distrutta, perché è strategica e quali sono le conseguenze. ​«Una minaccia per la centrale nucleare di Zaporizhzhia»


Il cardinale tornerà a Roma tra due giorni a riferire direttamente al Papa dei colloqui che è riuscito ad ottenere e nei giorni prossimi potrebbe già volare a Mosca anche se, pure in questo caso, niente è stato programmato in anticipo nonostante i segnali del Cremlino. L'agenzia russa Tass ha riferito che tutto «è in corso di preparazione» ma senza una possibile data e il portavoce di Putin, Dmitry Peskov ha detto ai giornalisti che tra gli impegni prossimi del Presidente al momento non c'è nulla. «Sappiamo che andrà prima a Kiev, poi vi informeremo» ha liquidato laconico.


Che l'attitudine di Papa Francesco a buttare il suo cuore oltre l'ostacolo stia spiazzando gli attori sulla scena internazionale è facilmente intuibile dalle reazioni ottenute. A cominciare da quelle ucraine. Zelensky quando aveva incontrato il Pontefice in Vaticano era stato eloquente spigando che il suo Paese invaso dai russi e bombardato a tappeto ogni giorno non ha bisogno della mediazione a meno che non sia funzionale ad «una pace giusta», il che significa ripristinare i confini nazionali prima dell'occupazione della Crimea.

Wagner, la faida indebolisce Putin. Prigozhin, capo dei mercenari, fa arrestare un ufficiale russo: «Ha ordinato di colpire i miei uomini»


Il Vaticano, attraverso un comunicato, ha però offerto una chiave aperturista. «Si tratta di una iniziativa che ha come scopo principale quello di ascoltare in modo approfondito le autorità ucraine circa le possibili vie per raggiungere una giusta pace e sostenere gesti di umanità che contribuiscano ad allentare le tensione». Letto in filigrana si capisce che la mission' di Zuppi ruota sulla grande questione dei profughi, dello scambio dei prigionieri e dei bambini, vale a dire il dossier più spinoso. Tanti piccoli sarebbero già stati adottati da famiglie russe con cambio di passaporti e nazionalità. Una pratica punita dal diritto internazionale che ha già provocato il mandato di cattura di Putin della Corte Penale Internazionale.

BOCCHE CUCITE

«L'Ucraina accoglie con favore l'interesse della Santa Sede per la sanguinosa guerra, iniziata dalla Russia, e le intenzioni di comprendere profondamente le realtà. Una stretta conoscenza delle conseguenze della guerra aiuterà sicuramente a trovare risposte appropriate in nome della giustizia e della pace», ha commentato l'ambasciatore dell'Ucraina presso la Santa Sede, Andrii Yurash. Dal Vaticano, invece, le bocche sono restate cucite e sono arrivati pochissimi commenti per non compromettere la missione. Il cardinale Mauro Gambetti ha solo fatto un breve accenno: «Ascoltare in modo approfondito per sostenere gesti di umanità che contribuiscano ad allentare le tensioni».

Prigozhin, dal colpo di stato in Russia al ruolo politico: ecco i progetti ambiziosi del capo della Wagner

Ultimo aggiornamento: 09:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA