Vaticano, giallo sul passo indietro del generale Capolupo dopo la nomina a presidente dell'Idi

Lunedì 29 Marzo 2021 di Franca Giansoldati
Vaticano, giallo sul passo indietro del generale Capolupo dopo la nomina a presidente dell'Idi

Città del Vaticano – Sono sempre più agitate le acque in cui naviga il mondo sanitario che gravita attorno al Vaticano.

Bilanci in passato spesso in rosso, concordati preventivi in alcuni casi, salvataggi che si sono resi necessari col tempo, richieste di aiuto all'estero, cambiamenti repentini ai vertici. Insomma un concentrato di grane, molte delle quali ancora in attesa di soluzione.

Al centro dell'attenzione ci sono diverse realtà importanti tra cui autentici gioielli come l'Idi, Istituto dermopatico dell'Immacolata di proprietà dei padri Concezionisti e il Fatebenefratelli sull'Isola Tiberina.

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La tendenza affiorata in questi anni - dopo gli errori emersi sotto il pontificato di Benedetto XVI  - è stata quella di razionalizzare e predisporre una sorta di controllo superiore centrale, mediante una super commissione vaticana composta da esperti e costituita due anni fa sotto la guida del cardinale Parolin. Tra queste figure di alto profilo chiamate a fornire consulenza c'è anche l'ex generale della Guardia di Finanza, Capolupo, un uomo integerrimo, tutto d'un pezzo, esperto tributarista e di stretta fiducia di Papa Francesco. Il generale ultimamente è stato  incluso come consultore anche dal Tribunale vaticano.

 Papa Francesco alla commissione, al momento della sua nascita, ha affidato come orientamento operativo generale quello di rendere le strutture sanitarie cattoliche più consone a quella che è l'idea della sua Chiesa da campo, propensa ad abbracciare gli ultimi e a dare ascolto ai più poveri, piuttosto che non realizzare cliniche basate sul profitto a ogni costo.

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Per aiutare l'Idi a uscire dal guado in cui naviga da tempo il 20 marzo scorso il pontefice ha conferito a Capolupo l'incarico di presidente del Cda della Fondazione Monti, l'ente proprietario dell'Idi, subentrando così a padre Giuseppe Pusceddu, il superiore Provinciale della Congregazione dei concezionisti, già presidente ad interim dal novembre 2020. Un passaggio importante con il quale veniva manifestato direttamente l'interesse della Santa Sede alle attività dell'Idi, una realtà stressata da parecchie traversie gestionali e finanziarie piuttosto consistenti. L'obiettivo della nomina dell'ex generale, secondo quanto è filtrato, era di rinnovare il consiglio di amministrazione e di procedere ad un piano per il rilancio dell'ospedale. Qualcosa però sembra non sia andato per il verso giusto visto che l'ex generale Capolupo sabato scorso, durante il consiglio di amministrazione, secondo autorevoli fonti, avrebbe rassegnato le dimissioni. Cosa ci sia dietro è impossibile saperlo, un muro di silenzi avvolge questo ultimo passaggio. 

Padre Pusceddu, il religioso che era stato nominato ad interim, spiega al Messaggero che la fondazione Monti ha certamente una situazione finanziaria difficile e che il covid ha complicato ulteriormente le cose, ma «si tratta solo di avere pazienza». Quanto al passo indietro dell'ex generale, invece, Pusceddu, ha riferito di non esserne a conoscenza. 

Secondo il sindacato dei medici cattolici la situazione generale dell'Idi non è poi così grave come potrebbe far pensare anche le ultime vicende. «E' molto peggio la situazione dell'ospedale Fatebene Fratelli sull'Isola Tiberina» ha spiegato il rappresentante Donato Menichella, visto che si trova in concordato preventivo. In questo ultimo periodo si stanno concentrando le voci di una possibile vendita come ha anche rilevato anche il MilanoFinanza facendo capire che all'orizzonte si sta muovendo il Gruppo Ospedaliero San Donato, primo player privato su scala nazionale con 19 strutture, la gran parte concentrate in Lombardia (2 in Emilia-Romagna), e un giro d'affari di 1,7 miliardi, 17 mila dipendenti e quasi 5 milioni di pazienti all'anno, controllato dalla famiglia Rotelli. Il gruppo starebbe valutando l'interesse di candidarsi per il Fatebenefratelli. 

La secolare struttura sanitaria sull'Isola Tiberina, che si trova di fronte al ghetto ebraico e a pochi chilometri da San Pietro da tempo necessita di interventi di ristrutturazione. Ma il ruolo e il parere della Santa Sede saranno ovviamente decisivi per l'eventuale dismissione del Fatebenefratelli da parte dei religiosi. Un altro offerente sembra stia arrivando dagli Stati Uniti ma tanto su tutto l'ultima parola la dovrà dare il Vaticano e Papa Francesco sempre più allergico alle strutture che si muovono solo per business. 

Ultimo aggiornamento: 18:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA