Schiaffo della Lettonia al Patriarcato di Mosca, una legge rende indipendente la chiesa ortodossa lettone dalle influenze straniere

Alcuni mesi fa un provvedimento analogo era stato preso dalla Chiesa ortodossa ucraina

Domenica 18 Settembre 2022 di Franca Giansoldati
Schiaffo della Lettonia al Patriarcato di Mosca, una legge rende indipendente la chiesa ortodossa lettone dalle influenze straniere

Città del Vaticano - Schiaffo della Lettonia al Patriarcato di Mosca. La guerra in Ucraina in questi mesi ha esasperato i rapporti tra le chiese ortodosse nazionali, molte delle quali nel frattempo si sono distanziate o, addirittura, si sono staccate dalla influenza della chiesa russa, facendo così affiorare quanto la religione per Mosca sia intrecciata alle vicende politiche. L'ultimo capitolo riguarda la Lettonia, una delle tre repubbliche baltiche che temono che la guerra possa estendersi anche sul loro territorio. Il governo ha stabilito che «per questioni di sicurezza nazionale» entro il primo ottobre la cancelleria del Presidente della repubblica lettone dovrà essere informata della nomina del capo della Chiesa ortodossa lettone, così come delle nomine dei nuovi metropoliti, degli arcivescovi e dei vescovi. Un passaggio non da poco che sottrae la Chiesa lettone alla influenza moscovita.

Guerra in Ucraina, monito del Cremlino al dissenso interno: «Attenti». E Medvedev evoca la Terza guerra mondiale

In pratica la decisione del Parlamento lettone afferma che verrà ripristinato lo status storico e autonomo della Chiesa ortodossa della Lettonia. L'obiettivo principale è quello di «precludere qualsiasi influenza o potere sulla Chiesa ortodossa lettone da parte del Patriarca di Mosca». Una mossa del governo per assicurarsi che la Chiesa ortodossa lettone sia libera di rifiutare qualsiasi legame con il Patriarca Kirill.

«In uno Stato lettone indipendente e democratico, basato sullo Stato di diritto, la comunità ortodossa ha bisogno di una propria Chiesa autonoma e indipendente. Questa è stata, è e sarà sempre la posizione dello Stato lettone. Sotto l'arcivescovo Jānis Pommers, questo obiettivo è stato raggiunto già poco dopo la proclamazione della Repubblica di Lettonia». In questo modo il Metropolita Alessandro potrà contare sul pieno sostegno dello Stato visto che viene riconosciuta la autonomia alla chiesa autocefala lettone. «Lo Stato ha stabilito che la Chiesa ortodossa lettone è legalmente indipendente da qualsiasi centro ecclesiastico situato al di fuori della Lettonia, mantenendo la comunione spirituale, di preghiera e liturgica con tutte le chiese ortodosse canoniche del mondo».

Dugin e Salvini, le relazioni con la Lega tramite Savoini. Nella rete italiana del filosofo anche Adinolfi

Naturalmente la modifica non cambia la fede, la dottrina e la vita liturgica, né altre tradizioni e regole di vita ecclesiale interna. Il provvedimento serve solo a rafforzare la chiesa nazionale e sottrarla - per legge - alla influenza del Patriarca Kirill, da tempo a favore della guerra che continua a benedire e considerare moralmente giustificata per depurare l'occidente dalle forze del maligno. 

Alcuni mesi fa un provvedimento analogo era stato preso dalla Chiesa ortodossa ucraina che aveva dichiarato la piena indipendenza dal Patriarcato di Mosca, evidenziando una frattura definitiva nel mondo ortodosso.

Una prima grande incrinatura in realtà si era già avuta nel dicembre 2018, quando due delle tre congregazioni della Chiesa ortodossa ucraina, unendosi insieme, si erano dichiarate “acefale”, indipendenti. Solo la terza congregazione, quella guidata dal metropolita di Kiev, Onufrij Berezovskii, aveva mantenuto i legami con il Patriarca Kirill.

I nodi erano arrivati al pettine dopo l’annessione russa della Crimea nel 2014, quando la spinta politica a creare una Chiesa ucraina autocefala si è fatta concreta. Quattro anni dopo il patriarca ecumenico Bartolomeo revocava il tomos patriarcale del 1686 che concedeva al patriarca di Mosca il privilegio di consacrare il metropolita di Kiev. E nel gennaio 2019, Bartolomeo concedeva l’autocefalia. L’evento fu definito dall’allora presidente ucraino Poroshenko, un nuovo «battesimo della Rus’», e la nascita di «una Chiesa senza Putin, ma una Chiesa con Dio e con l’Ucraina». Il Patriarcato di Mosca aveva reagito rompendo la comunione eucaristica con Costantinopoli e con le Chiese che successivamente avevano riconosciuto la Chiesa ortodossa d’Ucraina.

Scontro tra il presidente della Germania Steinmeier e il patriarca Kirill: sulla guerra «è blasfemo»

L'aver annunciato urbi et orbi l'appoggio a Putin giustificando una guerra utile (anche) a frenare la decadenza occidentale nei costumi e nella morale, continua a causare smottamenti a catena e atti scismatici nel mondo ortodosso. Tra i primi paesi europei a prendere le distanze da Mosca c'è stata l' Olanda. La Chiesa ortodossa russa di Amsterdam in una dichiarazione pubblicata sul sito web quattro mesi fa aveva annunciato che all'unanimità per loro non era più possibile restare all'interno del Patriarcato di Mosca e «fornire un ambiente spiritualmente sicuro per gli stessi fedeli». «Lo abbiamo fatto con il cuore gonfio».

Ultimo aggiornamento: 19:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA