Città del Vaticano – Imparare a tacere, ad ascoltare il suono del silenzio, a lasciare in un angolo, anche solo per un po', i telefonini, i social, le chat.
Stamattina il tema è affiorato nella catechesi del mercoledì. «Cari fratelli e sorelle, impariamo da San Giuseppe a coltivare spazi di silenzio, in cui possa emergere un’altra Parola: quella dello Spirito Santo che abita in noi. Non è facile riconoscere questa Voce, che molto spesso è confusa insieme alle mille voci di preoccupazioni, tentazioni, desideri, speranze che ci abitano; ma senza questo allenamento che viene proprio dalla pratica del silenzio, può ammalarsi anche il nostro parlare. Esso, invece di far splendere la verità, può diventare un’arma pericolosa. Infatti le nostre parole possono diventare adulazione, vanagloria, bugia, maldicenza, calunnia. È un dato di esperienza che, come ci ricorda il Libro del Siracide, 'ne uccide più la lingua che la spada'. Gesù lo ha detto chiaramente: chi parla male del fratello e della sorella, chi calunnia il prossimo, è omicida».
Sul silenzio, pratica fondamentale in tutte le religioni per la meditazione e l'ascesi, Francesco ha preso spunto dagli scritti di Sant'Agostino. «Nella misura in cui cresce in noi la Parola, il Verbo fatto uomo, diminuiscono le parole». E poi a braccio si è rammaricato di tante parole pronunciate al vento, a sproposito, anche solo per spirito di emulazione, un po' come i pappagalli.
«Il pappagallismo, il parlare come pappagalli» dovrebbe «diminuire un po'». La figura di riferimento per i cristiani resta quella di Giuseppe che coltivava quello spazio di interiorita' e dava allo Spirito la possibilità di agire.
«Non dico di cadere in un mutismo. Tante volte stiamo facendo un lavoro e quando abbiamo finito cerchiamo il telefonino, stiamo sempre cosi' - ha detto mimando il gesto di chi cerca qualcosa sul cellulare - Questo non aiuta. E noi - ha concluso - abbiamo ricordo di quella canzone, 'parole, parole, parole', e niente di sostanziale». Non è la prima volta che il Papa ripesca dal repertorio la famosissima canzone di Mina, Parole parole parole.