Vaticano, mossa della Meloni per creare i rapporti con i Sacri Palazzi: Isabella Rauti farà da “pontiere” con il mondo cattolico

Per la Rauti la marcia di avvicinamento a San Pietro si può dire sia iniziata con una conferenza organizzata da padre Antonio Spadaro

Giovedì 13 Ottobre 2022 di Franca Giansoldati
Vaticano, mossa della Meloni per creare i rapporti con i Sacri Palazzi: Isabella Rauti farà da “pontiere” con il mondo cattolico

CITTÀ DEL VATICANO Sul sagrato di San Pietro, alla canonizzazione di Scalabrini e Zatti, due santi che hanno segnato il cammino della Chiesa del Novecento sul fronte dell’immigrazione, c’era anche la senatrice Isabella Rauti.

Seduta nel settore riservato alle autorità, tra diplomatici, sindaci e ministri, la neoletta parlamentare, fresca di una affermazione senza precedenti nel collegio uninominale di Sesto San Giovanni contro lo sfidante del Pd, Emanuele Fiano, rappresentava davanti al Papa non solo il partito di maggioranza relativa, Fratelli d’Italia, ma pure il passaggio al nuovo governo in via di formazione. Ovviamente non si trovava lì a caso.

La sua presenza era stata concordata nei minimi dettagli con Giorgia Meloni allo scopo di avviare un percorso di ascolto con il complicato arcipelago cattolico, rafforzando innanzitutto le sporadiche interlocuzioni che finora si erano registrate dietro le quinte per cercare di renderle più fluide in futuro. Come modulare il dialogo con i sacri palazzi dopo il voto di settembre è diventato per la Meloni uno dei tasselli impossibili da ignorare. Come ben sapevano i vecchi democristiani, da Andreotti a Fanfani, è difficile governare avendo la Chiesa che rema contro. Anche se nel frattempo dal punto di vista politico è diventata irrilevante, la Chiesa riverbera pur sempre il tessuto culturale di riferimento dell’identità collettiva. Di conseguenza la scelta di affidare ad Isabella Rauti il compito (non facile) di fare da pontiere con le plurime realtà vaticane è stato quasi un automatismo, considerando le iniziative che lei in passato ha portato avanti ai tempi del Family Day. La figlia di Pino Rauti ed ex moglie di Gianni Alemanno, si era schierata con il popolo pro-life, pronunciandosi anche contro la distribuzione della pillola del giorno dopo. Allo stesso tempo, però, stimolava a riflettere su come poter aiutare concretamente quelle donne che in grave difficoltà sono costrette a rinunciare ad una maternità. 

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LE TAPPE

Per la Rauti la marcia di avvicinamento a San Pietro si può dire sia iniziata con una conferenza organizzata da padre Antonio Spadaro, spin doctor di Papa Francesco e direttore di Civiltà Cattolica, in occasione del primo anniversario della enciclica Fratelli Tutti. Indicativo il commento della Rauti fatto all'indomani dell'evento: «A mio parere l’enciclica delinea le disfunzioni patologiche della globalizzazione che non guarda ai bisogni della persona ma alle esigenze economiche e finanziarie e vede negli individui dei meri consumatori (…) e indica le buone prassi da seguire e i modelli praticabili per uno sviluppo integrale dell’essere umano che non può essere risolto in una monade individualistica di consumatore e spettatore ma deve essere incluso nel noi della fratellanza». 

Successivamente a questa conferenza c’è n’era stata un’altra che per FdI ha segnato un passaggio significativo: stavolta l’argomento di interesse comune era costituito dal Giubileo del 2025. Il 29 marzo scorso, nella biblioteca della Camera, il gruppo parlamentare aveva invitato a parlare il delegato di Papa Francesco per l’Anno Santo, l’arcivescovo Rino Fisichella. Presenti anche i parlamentari Cirielli e Lollobrigida, praticamente la fascia di persone più vicine alla Meloni. A facilitare il percorso ad Isabella Rauti, in quell'occasione, è stato il giornalista cattolico Piero Schiavazzi, docente di geopolitica vaticana alla Link Campus University e assai bene introdotto Oltretevere. La Rauti - che fa parte del tavolo istituzionale per il Giubileo del 2025 - ha fatto gli onori di casa e incominciato ad allacciare legami, oltre che progettare l'idea di un sottosegretario per il Giubileo.

Tre mesi dopo, a giugno, Giorgia Meloni ha avuto un colloquio privato con il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, anche se i due avevano avuto modo di conoscersi nel marzo scorso alla università Angelicum dove Parolin teneva una lectio magistralis sul ruolo dei cattolici. In quell'aula è risuonato il richiamo per tutti i politici presenti ad orientarsi verso una laicità autentica e a quella papa Francesco chiama «politica migliore popolare e non populista». In questi giorni in Vaticano fanno notare che le porte sono sempre state aperte ai leader che chiedono di avere scambi di opinioni. Nel frattempo Giorgia Meloni e Parolin hanno avviato un dialogo personale. C'è chi dice che si starebbe già lavorando alla preparazione della visita della futura premier Giorgia Meloni a Papa Francesco. E potrebbe forse essere il suo primo appuntamento internazionale (a meno che non decida di andare subito a Kiev).
 

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