Teologo tedesco choc: «lo scisma con Roma di fatto è già avvenuto»

Lunedì 25 Aprile 2022 di Franca Giansoldati
Teologo tedesco choc: «lo scisma con Roma di fatto è già avvenuto»

Città del Vaticano – Il magma cattolico in Germania ha già prodotto di fatto uno scisma.

Gli effetti del Cammino Sinodale - aperto tre anni fa dai vescovi tedeschi con il benestare del Papa - sono all'origine di un divario con Roma talmente ampio dal punto di vista teologico e pastorale che difficilmente sarà possibile colmare o riportare indietro. Praticamente è come se fosse stato oltrepassato il punto di non ritorno. Il giudizio molto netto arriva dal noto teologo di Friburgo, Magnus Striet che attraverso l'agenzia cattolica KNA fa una analisi assaoi dettagliata dei fatti di questi ultimi anni, a cominciare dalla benedizione alle coppie gay che tanti parroci tedeschi hanno iniziato ad impartire, in barba ai divieti.

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Nello stesso tempo è cresciuto il movimento (dentro e fuori la Chiesa) che chiede il sacerdozio femminile e una democratizzazione delle nomine episcopali. Tutti temi sui quali il Vaticano si è già espresso negativamente ma che in Germania i cattolici non sono disposti a rinunciare. 

«Si parla costantemente di uno scisma imminente simile a quello innescato da Martin Lutero con le sue critiche alla chiesa nel XVI secolo, ma i critici non devono preoccuparsi che uno scisma possa arrivare. Lo scisma esiste da molto tempo» ha affermato il teologo.

«In molti ambienti cattolici, la distanza tra la coscienza dei fedeli e il credo vincolante stabilito dal magistero della Chiesa è così pronunciata che non c'è più nulla da riparare. Non so se questa distanza sia qualcosa che riguarda solo il mondo cattolico tedesco o altre realtà. Tuttavia posso dire che vi è effettivamente una enorme distanza dall'insegnamento ufficiale, anche tra i cattolici praticanti» ha spiegato lo studioso.

La posizione dei vescovi

Striet, professore di teologia fondamentale, ha poi commentato la presa di posizione di 74 vescovi (di varie parti del mondo) contro il cammino rivoluzionario intrapreso dalla Chiesa tedesca. Il primo vescovo firmatario è stato il presidente della conferenza episcopale polacca, Stanislaw Gadecki, che nel febbraio scorso ha inviato una lettera aperta al suo omologo tedesco, Georg Baetzing, accusando l'episcopato di voler cedere alla «pressione del mondo e ai modelli di cultura prevalente». L'accenno riguardava la pressione esercitata per abolire il celibato sacerdotale, introdurre il sacerdozio femminile, le benedizioni alle coppie gay, le modifiche al Catechismo nella parte riguardante l'omosessualità e meccanismi di trasparenza nelle nomine e nella gestione diocesana.

La presa di posizione dell'arcivescovo polacco è stata subito appoggiata da altri prelati: italiani, americani, africani, scandinavi, asiatici. Naturalmente contrari agli strappi dei tedeschi. Alla fine i firmatari hanno raggiunto quota 74, tutti concordi nel ritenere che è minacciata la credibilità dell'autorità della Chiesa, compresa quella di Papa Francesco, e che in pericolo è l'antropologia cristiana e la morale sessuale, così come la fede nella Sacra Scrittura. Ovviamente nella lettera hanno messo in guardia dal rischio di uno scisma imminente. 

Lo scontro che si sta delineando è riconducibile alla dinamica dei conservatori e dei progressisti, tra chi vuole restare fedele alla lettura del magistero secondo la tradizione, e chi, invece, vuole allargare le maglie ad una visione più ampia del mondo. 

Claudia Nothelle, vice presidente del Comitato Centrale dei Cattolici Tedeschi (ZdK), il più alto organismo che rappresenta i laici cattolici in Germania ha spiegato che la questione è più complessa e che le questioni fondamentali del cammino sinodale non sono limitate alla realtà tedesca perchè sono ampiamente condivise anche altrove. Il mondo cattolico sta cambiando.

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