Colta, simpatica, bella e in gamba: si chiama Sally Azar ed è la prima donna pastore in Terra Santa, un passaggio non da poco che sbriciola muri di pregiudizi e diffidenze culturali che si trascinano da sempre.
Sally Azar è consapevole che i cristiani in Palestina, Israele e Giordania ormai sono una risicata minoranza e che l'ordinazione delle donne al momento è possibile solo nelle comunità protestanti ma non in quelle armene, greco-ortodossa e cattolica sulla quale pesano macigni teologici e divieti secolari.
L'ex arcivescovo della Chiesa di Svezia, Antje Jackelen, commentando l'ordinazione del pastore Azar, ha raccontato alla Bbc che quando lei è stata ordinata 40 anni fa la maggior parte delle persone riteneva che non fosse una cosa possibile. Poi piano piano la visione è mutata. «Ma ora che hanno visto le donne servire effettivamente come pastori, vescovi e arcivescovi, sappiamo che funziona e che è effettivamente in linea con quanto afferma la Bibbia».
Azar, per certi versi è figlia d'arte, nel senso che è stata ordinata dal padre, il vescovo Sani Azar. Un uomo dal quale si è ispirata per studiare teologia. «È quello che volevo, quello che ero chiamata a fare» ha spiegato. In qualità di pastora assumerà diversi incarichi, tra cui la guida di servizi e studi biblici a Gerusalemme e a Beit Sahour, nella Cisgiordania occupata, per le congregazioni di lingua inglese.