Aborto, il governo polacco chiede la mobilitazione generale a difesa delle chiese

Martedì 27 Ottobre 2020 di Franca Giansoldati
Aborto, il governo polacco chiede la mobilitazione generale a difesa delle chiese

Vasavia - Il governo sovranista polacco alza i toni: «Dobbiamo difendere la Chiesa.

Invito tutti gli iscritti del Pis e tutti i nostri simpatizzanti a contribuire alla difesa delle chiese, che oggi, per la prima volta nella storia della Polonia, sono attaccate». Con questa insolita dichiarazione  il leader polacco, Jaroslaw Kaczynski, leader del partito al governo Pis e vicepremier dell'esecutivo con delega al comitato interministeriale per la sicurezza, chiama i simpatizzanti a fare quadrato sui luoghi di culto cattolici che sono stati presi d'assalto nei giorni scorsi, dopo la decisione della Corte Costituzionale di rendere ancora più restrittivo l'aborto. Il governo sovranista (nazionalista ed euroscettico) ancora una volta sembra trovare consensi e appoggi sul fronte cattolico più tradizionalista, anche se questo significa andare allo scontro con le organizzazioni femminili, ormai pronte a dare battaglia.  

«E' arrivato il tempo nel quale dobbiamo saper di dire no a chi vuole distruggerci. Difendiamo la Polonia» ha detto il vicepremier. Lo storico leader del partito Diritto e Giustizia entrato nel governo, è anche capo di un nuovo consiglio per la sicurezza dello Stato avente superpoteri su libertà dei media e diritti umani».

La Polonia è uno dei paesi europei con la legislazione più restrittiva sull’aborto. Già ora molte donne che vogliono abortire vanno all’estero o si fanno spedire la pillola del giorno dopo a casa. 

Intanto le proteste e i sit in dei movimenti femminili polacchi stanno dilagando contro la decisione della Corte sull'aborto. Una delle parole più cercate su google è apostasia, specchio di un disagio sempre più evidente davanti a questa nuova stretta. Probabilmente nemmeno il governo immaginava una reazione tanto diffusa. I vescovi cattolici nel frattempo hanno diffuso una dichiarazione nella quale chiedono ai polacchi di esprimere le proprie idee in modo rispettoso.

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