Città del Vaticano – Trend negativo per le finanze vaticane, per quelle della Chiesa in Germania e pure per quelle dei francesi che non se la passano bene. Lo dice l'annuale rapporto della CEF (Conferenza episcopale francese) pubblicato tre mesi fa e dal quale è emerso che un terzo delle 90 diocesi d'oltralpe si trova in grandi difficoltà economiche.
Papa Francesco al mondo: «È possibile ricominciare anche se nel cuore si porta un'ora buia»
Le messe diventate sempre più rarefatte nel 2020 per via delle fasi di lockdown, hanno notevolmente ridotto la colletta e di conseguenza le parrocchie hanno cominciato a pensare a come far fronte alla penuria di liquidi. Per aiutare la Chiesa, i credenti hanno optato per un contributo volontario dei fedeli, la principale risorsa delle parrocchie nel corso del 2020 (pari al 39%). Nonostante il contributo sia aumentato del 7% in media, secondo France Inter, non è stato sufficiente per compensare il deficit. Di conseguenza la scelta obbligata è quella della spending review, con il taglio di spese secondarie o superflue e la riorganizzazione dei beni.
Alcune parrocchie hanno persino avviato programmi per ridurre il personale, laddove possibile, senza creare troppi contraccolpi alle persone e ai progetti in corso. Altre, invece, stanno considerando la vendita di beni immobiliari. Gli edifici religiosi potrebbero diventare in una seconda vita spazi di coworking o anche hotel. I prezzi interessanti stanno attirando grandi progetti, secondo FranceInfo.