Suore contro il premier Conte e Mattarella per la dimenticanza delle scuole paritarie, siamo indignate

Lunedì 18 Maggio 2020 di Franca Giansoldati
Suore contro il premier Conte e Mattarella per la dimenticanza delle scuole paritarie, siamo indignate

Città del Vaticano - «Siamo indignate: E' questo uno Stato democratico?» La Congregazione delle suore Figlie di Nostra Signora della Misericordia hanno perso la pazienza. In una lettera aperta indirizzata al Presidente della Repubblica e al premier Conte manifestano rabbia e delusione per il disinteresse dimostrato verso le scuole cattoliche paritarie. E' la prima volta che una congregazione religiosa femminile esce allo scoperto per una protesta politica tanto dura. La difesa è per le loro scuole disseminate tra la Liguria, la Lombardia e il Lazio. Allo stato attuale, a causa del Covid, a settembre rischiano di chiudere i battenti. 

Ciò che ha fatto perdere la pazienza alle miti suore è il non avere fatto «menzione alle scuole pubbliche paritarie e agli aiuti che spetterebbero loro di diritto perchè sono anch'esse parte integrante del sistema scolastico nazionale».

Il nostro istituto, spiegano, è nato a nel 1837, per raccogliere dalla strada le ragazze più povere e abbandonate, allo scopo di istruirle, attraverso principi e valori di una società migliore, libera, democratica e nazionale. «Questo spirito e questi valori sono identici e perseguiti ancora oggi, come allora, da tutte le nostre scuole». 

«Dopo 183 anni di questo lavoro educativo accanto a migliaia e migliaia di ragazzi, portato avanti con generazioni differenti, da tante religiose e docenti laici arriviamo ad essere invisibili per questo govverno. Inesistenti. Discriminate. Lasciate sole e alla deriva. L'Italia è l'unico stato europeo assieme alla Grecia che emargina questa realtà. Tutto questo rattrista e indigna» 

Nell’ultimo Decreto «l’unica concessione fatta nei confronti delle scuole paritarie sono gli 80 milioni previsti per le materne paritarie ai quali, forse, si aggiungeranno altri 62 milioni dalla primaria alla secondaria». 


 

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