Città del Vaticano – Un prete napoletano ha preso alla lettera quel passo del Vangelo che intima ai credenti di salire sui tetti e di gridare la parola di Dio. Considerate le misure restrittive emesse dal governo che ha vietato ogni celebrazione pubblica, provvedendo alla chiusura dei luoghi di culto, don Francesco Gravino, parroco di Santa Maria della Salute a Napoli, non si è perso d'animo e ha avuto una idea brillante, capace di salvare capra e cavoli. Da un lato si trattava di obbedire alle regole in vigore, dall'altra di non far mancare la vicinanza alla gente e di fare arrivare la messa ai fedeli.
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Probabilmente la sua idea è destinata a fare scuola e a essere adottata da altri parroci italiani che hanno a disposizione un balcone, un terrazzo o un tetto adeguati per celebrare la messa. Armato di altoparlanti, microfono e tanta buona volontà don Gravino ha detto messa normalmente, da solo, leggendo il Vangelo, osservando ogni passaggio liturgico, fino all'omelia e alla benedizione finale e la frase: 'andate la messa è finita'.
Ad ascoltarlo dalle case, dai balconi, da qualche veranda c'erano i vicini che, sentito l'altoparlante, incuriositi si sono affacciati e piano piano, alla spicciolata si sono aggiunti a questa insolita celebrazione. Vicini ma lontani. «Sono contento perchè i parrocchiani hanno apprezzato e aderito con entusiasmo. Hanno sentito che la Chiesa è vicina anche in questo momento difficile per tutti».
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