Città del Vaticano - Celebrazioni sì nella fase 2 ma con molto giudizio. La Chiesa italiana sta dialogando con il governo per consentire un ritorno graduale dei fedeli alle cerimonie liturgiche ma tra i vescovi, però, c'è chi invita ad un supplemento di prudenza: «E' vero che celebrare senza fedeli non è Chiesa - ha detto all'Adnkronos l'arcivescovo di Cosenza, mons. Francescantonio Nole'- e si tratta di creare mano a mano i presupposti» per un ritorno alle celebrazioni a porte aperte «ma io penso che non bisogna avere fretta».
«Penso per esempio alla nostra cattedrale di Cosenza, o a quelle chiese molto spaziose nelle quali sarebbe possibile aprire a un po' i fedeli, con le distanze di sicurezza e assicurandosi che all'ingresso ci sia servizio di volontariato o qualcuno della Protezione civile affinché non si creino assembramenti, anche se io penso che fino a quando i nostri esperti non ci daranno rassicurazioni che non ci sarà nel contatto una possibilità di ritorno del contagio dobbiamo essere molto prudenti».
L'invito dell'arcivescovo in vista della fase 2 dopo il 3 maggio è dunque a non avere fretta e ad affidarsi al giudizio di esperti e scienziati.
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