Papa Francesco oggi va Canada per chiedere scusa agli Inuit abusati nelle scuole cattoliche, un test sulla sua salute

Domenica 24 Luglio 2022 di Franca GIansoldati
Papa Francesco oggi va Canada per chiedere scusa agli Inuit abusati nelle scuole cattoliche, un test sulla sua salute

Città del Vaticano – Risolto il problema della micro frattura al ginocchio e superati i guai causati dalla gonalgia, la valigia di Papa Francesco è di nuovo pronta.

Destinazione: Canada. Stamattina l'aereo papale – un volo Ita AZ 4000 - decollerà da Fiumicino per Edmonton, nello stato dell'Alberta e da lì, nei giorni a seguire, per il Quebec e per Iqualuit, a 300 km sud dal circolo polare artico, dove non è difficile incontrare per strada qualche orso bianco e dove le piante non superano i 20 centimetri di altezza per via del permafrost. E lì che Bergoglio parlerà alla più grande comunità inuit canadese, tra le più colpite dalla sciagurata politica educativa dei governi che si sono succeduti in questi ultimi 150 anni, pianificando un crudele sradicamento sistematico di circa 150 mila bambini. Alle comunità Inuit, Metis, indiane venivano sottratti con la forza i figli. L'obiettivo era uno solo: cancellare in loro qualsiasi eredità culturale, linguistica, religiosa. E' in questi collegi (sia cattolici che statali) che avvenivano abusi di varia natura, anche sessuale. I metodi erano severi e coercitivi, la malnutrizione diffusa e - se si ammalavano – i piccoli non venivano curati adeguatamente.

Tra i documenti che sono spuntati dalle indagini promosse in questi anni c'è il rapporto di un medico – tale Peter Bryce, ufficiale per gli Affari Indiani - che, già un secolo or sono fornì una esauriente spiegazione sul perché vi fosse la mortalità infantile fosse altissima tra i nativi. “La tubercolosi è la causa prevalente di morte” scriveva. I piccoli si infettavano, non venivano curati e “quando erano troppo malati per rimanere a scuola, li mandavano a casa, trasmettendo così la malattia ai familiari”. Si calcola che siano morti così 3 mila bambini. La stima è prudenziale anche perché tanti registri sono andati distrutti e non sempre i dati sono accessibili. Di fatto il Canada – uno dei paesi più avanzanti del mondo- si trova a fronteggiare un passato oscuro, inquietante e ingombrante. La maggior parte dei piccoli è morta lontano dai genitori che spesso nemmeno venivano informati né delle circostanze di morte né dei luoghi di sepoltura. Una tragedia nazionale che si riverbera sulla Chiesa, visto che per un secolo e mezzo ha avallato questo sistema. Papa Francesco ha voluto intraprendere questo pellegrinaggio nel tentativo di sanare una ferita e probabilmente trovare anche un accordo sui risarcimenti. Il Canada ha da poco annunciato di voler stanziare 40 miliardi di dollari canadesi (circa 27 miliardi di euro) per riformare il suo sistema di assistenza all'infanzia e risarcire le famiglie indigene che negli anni sono state discriminate. Metà della somma servirà a compensare i 55 mila ex bambini indigeni sopravvissuti.

Nel 2019 un tribunale ha ordinato al governo di pagare 40 mila dollari canadesi (27 mila euro) per ciascun bambino sottratto dopo il 2006 ai suoi genitori. A rendere ancora più drammatico il quadro c'è il recente ritrovamento - nell'estate 2021 – di fosse comuni nei pressi di alcuni istituti cattolici con i resti di centinaia di nativi. Piccoli scheletri senza alcuna identità. La questione dei risarcimenti nella Chiesa si trascina da anni irrisolta. Lo scorso settembre, i vescovi hanno promesso 30 milioni di dollari in cinque anni per iniziative legate alla riconciliazione dichiarando che 73 diocesi avrebbero contribuito all'obiettivo, ciascuna con un proprio contributo.I vescovi hanno poi creato un Fondo per la riconciliazione indigena, registrato come fondazione pubblica e supervisionato da un consiglio indigeno.

Ad oggi, le diocesi finora hanno investito solo 4,6 milioni di dollari in questo fondo ma sperano che la visita papale possa far incrementare le donazioni.

Il viaggio in Canada per Papa Francesco è un test importante per la sua tenuta fisica. Se nei prossimi sette giorni riuscirà a mantenere la sua agenda nonostante il dolore agli arti potrà pianificare altre trasferte imminenti. Non solo il Kazakistan a settembre (dove ci sarà anche il patriarca Kirill) ma a Kiev, in Ucraina.

Ultimo aggiornamento: 14:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA