Biden-Vaticano, il nodo della comunione al presidente abortista rischia di spaccare l'episcopato Usa

Martedì 15 Giugno 2021 di Franca Giansoldati
Biden-Vaticano, il nodo della comunione al presidente abortista rischia di spaccare l'episcopato Usa

Città del Vaticano – Il clamoroso assist di Papa Francesco al democratico Biden – abortista convinto e primo presidente cattolico dai tempi di Kennedy – di bloccare la lettera con la quale i vescovi americani volevano ricordargli che tra i doveri di un cattolico c'è sicuramente quello di difendere la vita umana sin dalle sue prime fasi, non è servito a molto.

Il Vaticano all'indomani della elezione del presidente aveva fatto intervenire discretamente la Segreteria di Stato per impedire che i vescovi pubblicassero una lettera in cui rammentavano al nuovo inquilino della Casa Bianca il bisogno di un impegno pro life. Sarebbe stato imbarazzante e non opportuno e così la lettera in questione non venne diffusa. Venne tuttavia pubblicata solo dalla diocesi di Tucson poco prima della cerimonia di insediamento di Biden, forse per sbaglio, ma poi fu immediatamente rimossa.

Il problema irrisolto rischia di esplodere domani. Il nodo della comunione al presidente cattolico abortista, infatti, non ha mai smesso di essere al centro di confronti tra i vescovi americani creando una visibile spaccatura nell'episcopato. Il redde rationem è previsto per domani visto che si riuniranno (via zoom) proprio per parlare di questa brutta situazione. Molti vescovi sono convinti che non si possa stare zitti o fare Ponzio Pilato su un tema morale e cruciale come quello della vita umana e nello stesso tempo acconsentire la comunione ai politici abortisti.

E' ormai chiaro che i vescovi statunitensi si riuniranno lacerati al loro interno, divisi ideologicamente così come sulla proposta di portare avanti un'iniziativa comune che potrebbe suonare come una critica clamorosa verso il presidente Biden il quale, per la morale cattolica ed alcuni documenti del magistero (tuttora validi), non potrebbe accostarsi alla comunione e al contempo sostenere i diritti all'aborto.

Il contenzioso non è da poco ed è fonte di contrasti. In questi mesi diversi cardinali si sono pronunciati apertamente a favore o contro, mettendo ovviamente a dura prova la compattezza interna della conferenza episcopale. La riunione di domani sarà un importante banco di prova. Il tema verrà posto ai voti e se mai dovesse passare, con una conseguente presa di posizione contro i politici abortisti che si accostano alla comunione, finirebbe per essere un esplicito atto d'accusa al Presidente in carica.

Naturalmente i vescovi conservatori spingono per avere una dichiarazione mentre i progressisti, tra cui Cupich di Chicago, per esempio, sono fermi sulla sponda opposta. Di 273 vescovi circa 70 (compreso alcuni cardinali) il mese scorso hanno firmato una lettera al presidente della conferenza, l'arcivescovo di Los Angeles José Gomez, esortandolo a ritardare la discussione fino a quando i vescovi potranno riunirsi di persona (e non via zoom). Gomez ha risposto in una nota del 22 maggio che l'argomento sarebbe stato all'ordine del giorno della riunione via zoom. Tra i vescovi che hanno richiesto un ritardo c'è anche il cardinale Wilton Gregory, l'arcivescovo di Washington, che ha chiarito che Biden è il benvenuto a ricevere la comunione nelle chiese della sua arcidiocesi.

Quando Biden ha preso possesso della Casa Bianca il Papa ha inviato al 46esimo presidente americano un messaggio in cui invocava la costruzione di una società caratterizzata da autentica giustizia, libertà e dal rispetto dei diritti e della dignità di tutti. 

«Sotto la sua guida - scriveva il Papa - possa il popolo americano continuare a trarre forza dagli elevati valori politici, etici e religiosi che hanno ispirato la nazione sin dalla sua fondazione. In un momento in cui le gravi crisi che devono affrontare la nostra famiglia umana richiedono risposte lungimiranti e unite, prego che le sue decisioni siano guidate dalla preoccupazione per la costruzione di una società caratterizzata da autentica giustizia e libertà, insieme al rispetto incrollabile dei diritti e della dignità di ogni persona, specialmente i poveri, i vulnerabili e coloro che non hanno voce».

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