Appalti, mano dura del Papa sulla Fabbrica di San Pietro: in Vaticano clima di terrore

Mercoledì 1 Luglio 2020 di Franca Giansoldati
Appalti, mano dura del Papa sulla Fabbrica di San Pietro: in Vaticano clima di terrore

Lo scandalo stavolta ha travolto la basilica più grande del mondo, il centro del cattolicesimo. Per il commissariamento della Fabbrica di San Pietro Papa Francesco ha scelto la giornata del 29 giugno. Una data d'eccezione, simbolica, che di fatto si è trasformata in un segnale di avvertimento per il piccolo Stato vaticano dove all'interno ormai regna - in seno alle varie amministrazioni - un clima di terrore. Francesco ha firmato due giorni fa le carte necessarie per dare il mandato a un nunzio di fiducia Mario Giordana - di assumere il comando dell'organismo costituito in parallelo alla nascita della basilica vaticana per gestire la conservazione e il decoro dell'edificio, «e la disciplina interna dei custodi e dei pellegrini che accedono per visitare il tempio», recita la costituzione apostolica Pastor Bonus.
MANDATO
Monsignor Giordana dovrà «aggiornare gli statuti, fare chiarezza sull'amministrazione e riorganizzare gli uffici amministrativo e tecnico della Fabbrica. In questo delicato compito il commissario sara coadiuvato da una commissione», i cui membri sono ancora definire. Allo stesso tempo però è partita anche una indagine penale. I magistrati del Papa pare stiano indagando sulle ipotesi di peculato e abuso d'ufficio, anche se il Vaticano non ha voluto specificare nulla di più, affidando la notizia ad uno scarno comunicato di poche righe. Un atto di sfiducia del genere da parte di un Papa nei confronti del cardinale arciprete della basilica ruolo attualmente ricoperto da Angelo Comastri, 77 anni, in via di uscita per avere raggiunto l'età pensionabile - non ha memoria storica e probabilmente è la prima volta che la Fabbrica di San Pietro viene commissariata in modo tanto plateale. Le informazioni che erano arrivate al Papa sembra che però fossero talmente evidenti e gravi da giustificare un passaggio tanto duro. L'amministrazione della basilica da tempo era chiacchierata, additata per avere metodi poco trasparenti, soprattutto nella gestione degli appalti, nella definizione dei lavori, delle sponsorizzazioni, spesso caratterizzate anche da una vena di nepotismo. Ad aggiudicarsi i lavori di restauro e manutenzione, pare fossero sempre e solo le stesse aziende, senza che vi fosse la possibilità di fare confronti sui preventivi. Tutto sarà da accertare naturalmente. I gendarmi ieri mattina hanno perquisito alcuni uffici amministrativi portando via carte, schedari, computer. Ora il materiale acquisito sarà passato a setaccio dalla magistratura che, in parallelo alla dimensione amministrativa, avrà un altro nuovo ingombrante filone di indagine da sbrogliare.
INDISCREZIONI
Secondo l'Adnkronos le irregolarità sarebbero state rilevate dal Revisore Generale esaminando le fatture delle ditte appaltatrici: in alcuni casi sarebbero state duplicate e in altri riguarderebbero prestazioni non previste dal contratto.

Ultimamente poi ci sarebbero stati controlli sul grande restauro della cupola michelangiolesca. Un maxi restauro assegnato senza gara anche se piuttosto complicato da realizzare per la dimensione del Cupolone. I lavori sarebbero stati sottoposti ad analisi di tecnici interni dopo l'allarme scattato per il rischio dell'eccessivo peso dei ponteggi. Naturalmente sul cantiere nessuno può salire ed è una notizia difficile da verificare, tuttavia il timore di possibili danni era stato segnalato alla Fabbrica di San Pietro. Il Papa in persona aveva incaricato il Governatorato di effettuare una verifica. Il Direttore del Governatorato pare avesse suggerito una seconda opzione, individuando una ulteriore ditta capace di effettuare montaggi di strutture più leggere ma il cardinale Comastri si sarebbe rifiutato. Anche questo ora dovrà essere verificato.

Ultimo aggiornamento: 10:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA