Virus, vaccino negato alla prof pendolare: «Così è rischioso e discriminatorio»

Giovedì 4 Marzo 2021 di Egle Priolo
Virus, vaccino negato alla prof pendolare: «Così è rischioso e discriminatorio»

PERUGIA - I professori pendolari.

Ecco chi altro manca dal piano vaccinale della Regione. Un problema nazionale – anche se risolto in autonomia da alcune amministrazioni – e di cui si è parlato anche durante l'ultima riunione del Cor, ma che in Umbria è già arrivato alle carte bollate.

Un'insegnante di 52 anni, residente a Perugia ma docente in un istituto di Bologna, infatti, assistita dall'avvocato Nunzia Parra (studio Brusco), ha inoltrato ai vertici di Regione e Usl Umbria 1 una diffida a inserire la professoressa nella campagna vaccinale «data l'impossibilità per la stessa di prenotarsi tramite il Cup».
La docente ha provato nei giorni a prenotare la somministrazione del vaccino, dopo l'apertura al personale docente e non docente di scuola e università, ma purtroppo il sistema non le ha consentito di ultimare la registrazione. Perché? Perché pur avendo tutti gli altri requisiti, non basta il suo contratto di lavoro in Emilia Romagna. Dove, però, vogliono la sua vaccinazione per farla lavorare in sicurezza, tanto da chiederle un cambio di residenza e di medico di base per farla rientrare nelle loro liste.
«A mio avviso – spiega l'avvocato Parra -, tale impossibilità di inserimento nella campagna in atto costituisce una condotta discriminatoria in quanto la mia assistita, pur rientrando nelle categorie professionali individuate dal Ministero della Salute, che hanno prioritariamente diritto alla vaccinazione, viene esclusa a causa del luogo di svolgimento del rapporto di lavoro. Così facendo, il diritto alla prevenzione viene sacrificato proprio per quei i docenti che, a differenza dei colleghi umbri, sono più vulnerabili in quanto esposti a un maggior rischio di contagio a causa dei periodici spostamenti fuori regione effettuati per motivi di lavoro».

Nella diffida, inviata lo scorso primo marzo, tra gli altri, al direttore generale della Usl 1 Gilberto Gentili, all'Ufficio scolastico regionale e alla presidente della Regione Donatella Tesei, la docente ricorda come la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome abbia adottato la disposizione per cui «ogni Regione sia messa nelle condizioni di poter garantire la vaccinazione ai propri insegnanti residenti ed assistiti, indipendentemente dalla regione in cui prestano servizio». E ricorda anche come anche nella vicina Toscana «possono accedere al sistema di prenotazione vaccinale anche i docenti fuori sede». Ribadendo quindi la «discriminazione che lede il diritto fondamentale alla salute dei docenti pendolari in chiara violazione dell'ordine di priorità del piano vaccinale individuato (…) in base alla categoria professionale di appartenenza e non in base al luogo di svolgimento dell'attività lavorativa».
Da qui la diffida a inserire la professoressa nel piano «entro e non oltre 3 giorni dal ricevimento della presente. In difetto, la mia assistita – chiude l'avvocato Parra – sarà costretta ad adire le competenti autorità giudiziarie per l'ottenimento di quanto di diritto». E i tre giorni scadono oggi.

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