Scuola e virus, studenti disciplinati
Verso il 100 per 100 si può? Così i presidi

Martedì 20 Aprile 2021 di Remo Gasperini
Scuola e virus, studenti disciplinati Verso il 100 per 100 si può? Così i presidi

PERUGIA «Tutte le superiori in classe dal 26? Bello, certo. Dentro le scuole siamo pronti con il vecchio protocollo. Ma il resto»? Dubbi e preoccupazioni tra i presidi umbri sempre attenti a tutti gli aspetti della gestione della pandemia in chiave scolastica.
«Il rientro è doveroso al cento per cento, anche se a un mese dalla fine una rondine non fa primavera. – dice Maria Paola Sebastiani, liceo Marconi Foligno - Nella scuola ci sono le stesse condizioni di sicurezza messe a punto per settembre, non mi sembrano invece molto migliorate le condizioni collaterali. Bene i tamponi gratis ma le famiglie debbono impegnarsi a farli una volta la settimana. C’è il personale nei distretti per l’immediato tracciamento? Elemento critico rimane il trasporto: così con il 50% nei bus e a scuola regge, ma con tutti in classe? Insomma, felici del 100% solo in sicurezza, altrimenti meglio l’attuale soluzione più equilibrata e sostenibile: tre giorni a scuola assicurano la socialità, e con la DDI, che al Marconi è fatta molto bene, è garantito l’aspetto culturale. Tornare al 100% per poi richiudere sarebbe inaccettabile».
Secondo Mariella Marinangeli DS del Mazzatinti di Gubbio «forse questa decisione andava concertata a così pochi giorni dalla fine di un anno scolastico tanto complicato. Ci sono le stesse condizioni di settembre… se non siamo riusciti allora oggi cosa è cambiato? I docenti sono contenti già di questo 50%. E’ il loro lavoro e lo svolgono con passione e grande professionalità quindi sì, contenti ma preoccupati anche perché è stata sospesa la campagna vaccinale. I ragazzi sono contenti, ma anche confusi, i più manterrebbero il 50%».
Cinzia Fabrizi Itis Terni: «Nella mia scuola ci sono le condizioni per il rientro al 100% degli alunni e direi che la maggioranza sia dei docenti che degli studenti è favorevole. Per il momento siamo in grado di ripristinare il protocollo messo in atto all’inizio dell’anno scolastico che ha garantito l’assenza di focolai dentro la scuola».
Nelle sue due scuole il preside Silvio Improta ha questa situazione: «Al Capitini attrezzate altre aule grandi grazie a spazi modulari, pronti al 100% con tutte le risorse disponibili. All'Alessi problemi di spazi - tali erano anche a settembre - per le classi più numerose, ma ci stiamo attrezzando. Docenti e personale Ata preoccupati ma allo stesso tempo desiderosi di lavorare in presenza. Lo stesso per i ragazzi».
David Nadery preside al Cassata Gattapone di Gubbio e da ieri anche reggente al liceo Di Betto di Perugia: «Penso che, come sempre, esista un peccato originale: quello di non aver mai previsto forme di screening nelle scuole, per capire in che misura il virus circoli, al di là dei sintomatici che arrivano a tampone e risultano positivi. Quindi, anche questa riapertura sarà all'insegna, bene che vada, della buona sorte. Inoltre questo "100%" di cui si parla andrà specificato bene, in quanto le scuole, sulla scorta del metro "buccale" come distanziamento minimo, avevano riaperto a settembre mai al 100%: a Gubbio, per esempio, stanti i limiti di spazio derivanti dalle necessità di distanziamento, la scuola era cominciata con la formula dei 4 giorni in presenza e 1 a distanza (settimana corta). Spero dunque che il 100% dovrà essere declinato a seconda dei contesti, dei modelli organizzativi, delle caratteristiche degli edifici. Il corpo docenti e gli studenti mostrano evidenti segni di stanchezza. Anche per loro il problema non pare costituito dall'essere favorevoli o contrari alle riaperture, ma sfugge un po' la logica di fondo. Speriamo davvero, tutti quanti, nel piano vaccinale, che mi pare l'unica novità importante delle ultime settimane».


 

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