Virus, per la didattica a distanza il primato italiano va ai liceali perugini

Martedì 6 Aprile 2021 di Remo Gasperini
Virus, per la didattica a distanza il primato italiano va ai liceali perugini

PERUGIA Se la matematica non è un’opinione, a oggi con 35 giorni in presenza sui 156 effettivi, gli studenti dei licei perugini finiranno per passare alla storia come quelli che hanno fatto più Dad d’Italia. A differenza dei colleghi ternani che almeno una mesata in più sono riusciti a farla, a differenza dei colleghi dei tecnici che hanno potuto frequentare i laboratori un paio di volte alla settimana, i liceali delle scuole superiori della provincia di Perugia sono stati costretti a eleggere ad aula la propria abitazione per ben 121 giorni. Fatto che, se si eccettuano i sei giorni dalla fine di gennaio, che poi si sono risolti in tre per la turnazione del 50%, i liceali sono tornati a scuola solo per le tanto contestate prove Invalsi mai amate come quest’anno. Visti i presupposti é facile capire come mai si sono sviluppati a Perugia i comitati “Priorità alla Scuola” e “A Scuola” che raccolgono docenti ma soprattutto genitori. LA LETTERA APERTA

Uno stato di prostrazione che comunque è proprio anche degli addetti ai lavori.

Una lettera aperta pubblicata prima delle vacanze pasquali sul sito della scuola da Giuseppina Boccuto, preside del Liceo Classico Mariotti di Perugia, sembra ben rappresentare il clima negli ambienti scolastici: «Qualche mese fa si parlava di iniziare la cosiddetta “fase 3”, chiamata “convivenza col virus”, si sperava in un ritorno abbastanza celere alla normalità della vita, anche scolastica. Invece purtroppo adesso siamo nella terza ondata del contagio, stremati dopo un anno di ansie, sofferenze, alti e bassi ed anche alle prese con la crisi economica». E la Boccuto coglie poi un aspetto riscontrabile in tante scuole: «La continua tensione può purtroppo sfociare facilmente, e a volte ciò sta succedendo anche nella nostra comunità scolastica, in depressione e demotivazione, oppure al contrario in manifestazioni di nervosismo, impazienza, polemiche che rasentano l’assurdo. I motivi di preoccupazione certo non mancano, e fra l’altro si avvicina la Pasqua e non sappiamo se subito dopo riprenderemo o meno la didattica in presenza». Quasi un presentimento quello della Boccuto che nella lettera non ha mancato di ricordare come i docenti del liceo «si stanno spendendo oltre ogni limite, così come il personale Ata che sta impegnandosi ben oltre i propri doveri», un’osservazione valida per tutte le scuole. L’invito «ad accettare l’eccezionalità di quanto sta accadendo e stiamo vivendo» è secondo la preside la strada per «non continuare a mentire a noi stessi. Restare ansiosamente attaccati alla volontà di mantenere la normalità, anziché avere l’effetto rassicurante che più o meno consapevolmente ci si propone, ci espone a disillusioni e frustrazioni». E allora la dirigente del liceo classico Mariotti invita al coraggio: «Anche se le modalità devono necessariamente essere diverse, si mantiene intatta la cosa più importante, cioè la finalità del Liceo, che è quella di educare e far crescere (contro tutti e tutto, se necessario) i nostri studenti». LE MEDIE Se i liceali sono stati i più penalizzati, chi ha sopportato, e sopporta, più a lungo la mancanza della scuola in presenza sono i più piccoli delle medie, in particolare quelli di seconda e terza che nemmeno a questo giro potranno rientrare visto che la porta delle aule è stata riaperta solo a quelli delle prime. Se la situazione contagi non peggiorerà, com’è successo nello scorso dicembre, il rientro dei ragazzi delle prime dovrebbe preludere a quello di chi frequenta i due anni successivi. Il rientro dei sessantamila scolaretti dell'Infanzia, Primaria e prima media rimette in primo piano il protocollo del “Piano Scuole Fase 3”: l’individuazione di eventuali casi di contagio e il conseguente tracciamento tornano a essere momenti fondamentali di quel rientro in sicurezza che da tutte le parti viene invocato. Domanda: ciascuno riuscirà a fare la propria parte? Per esempio, entro oggi i genitori riusciranno a far partecipare i figli alla compagna di screening per rimandarli in classe solo se “covid free”?

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