Coronavirus, controlli incrociati per capire se funziona il test rapido

Domenica 5 Aprile 2020 di Federico Fabrizi
Coronavirus, controlli incrociati per capire se funziona il test rapido
PERUGIA - Il test rapido fatto in coppiacon il tampone, per valutare se i risultati coincidono. È questa la strategia sulla quale ha iniziato a lavorare il laboratorio di microbiologia dell’ospedale di Perugia per la rincorsaal Covid-19. L’obiettivo è capire se il controllo “rapido” risulta effettivamente attendibile o no. Troppo alto il rischio di mettere in circolazione “falsinegativi”e bloccarein casa “falsi positivi”. Nella sola giornata di venerdì a Perugia sono stati eseguiti a ritmo serrato ben 300 test veloci.

Ma sono ancora pochi. Il comitato tecnico scientifico vuole leggere una casistica di almeno mille - meglio 1500- controlli sovrapposti per poter esprimere una valutazione sull’attendibilità della nuova metodologia. La stima dal piano meno uno della struttura del Santa Maria della Misericordia dove i tecnici di laboratorio lavorano giorno e notte è che servirà almeno una settimana di pazienza. Tanto servirà per esprimere una valutazione sull’efficacia del sistemachevacacciadelvirusatempo di record e in appena un’ora stima di riuscire ad arrivare al verdetto: “Covidsì”o“Covidno”. Intanto è tornato a marciare a pieni giri anche il controllo “normale” dei tamponi.

Nei giorni scorsi la mancanza di reagenti da laboratorio era stata risolta con il super lavoro del personale dell’Università: test eseguiti manualmente da ricercatori e prof di Medicina e Microbiologia allo scopo di evitare di fermare la macchina dei controlli. Dopo due giorni di straordinari, ora le forniture dalla Protezione civile nazionale sonoarrivate a destinazione e il sistema funziona. Il laboratorio di microbiologia dell’Ospedale di Perugia - cuore della caccia al virus - riesce in questa fase ad analizzare tra i 500 e 550 tamponi ogni giorno. Il ritmo di lavoro sta diventando una variabile decisiva nella lotta al coronavirus, perché permette al sistema sanitario di far fronte in tempo alla diffusione del contagio.

LE FORNITURE
Sul fronte delle forniture anche ieri i militari dell’esercito hanno consegnato materiali al Centro di Protezione civile di Foligno. Da lì sono state distribuite anche 250mila mascherine modello “Montrasio”:le protezioni giudicate inutilizzabili per il personale sanitario saranno utilizzate e verranno destinate a personale delle tabaccherie e dei negozi che in questi giorni sono aperti, una categoria esposta la rischio contagio ma menoa rischiorispetto alpersonalesanitario.

IL CASO DI TUORO
E le mascherine potrebbero diventare obbligatorie a Tuoro sul Trasimeno.Il comune non haregistrato fino ad ora casi di positività al Covid-19 ma il sindaco Maria Elena Minciaroni sta valutando la possibilità di firmare un’ordinanza per obbligare i propri concittadiniad usciredi casa solose muniti dei dispositivi di sicurezza: «Troppe persone in giro - spiega attraverso la sua pagina Facebook - ricordo a tutti che è consentito uscire solo se strettamente necessario ed esiste la possibilità della consegna a domicilio». L’emergenza non è assolutamente alle spalle, al contrario la battaglia contro il Covid-19 è in pieno svolgimento.
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