Viaggi all'estero e crociere con i 350mila euro "dirottati" dalla dipendente di un'azienda di tartufi sul conto del marito: Coppia ternana a processo

Venerdì 6 Maggio 2022 di Nicoletta Gigli
Viaggi all'estero e crociere con i 350mila euro "dirottati" dalla dipendente di un'azienda di tartufi sul conto del marito: Coppia ternana a processo

TERNI - Viaggi all’estero in alberghi a cinque stelle, crociere, un’autovettura di lusso e altre spese pazze.

La coppia ternana finita a processo per aver sottratto al titolare dell’azienda dove lavorava la donna quasi 350mila euro, avrebbe usato così parte della consistente somma “finita” sul conto corrente della società del marito per lavori che non sarebbero né commissionati e quindi mai eseguiti.

Lei ha 43 anni ed è ternana mentre lui, 47 anni, è originario della Campania ma risiede in città da tanti anni e sono entrambi incensurati.

Devono difendersi dall’accusa di furto aggravato dall’uso di un mezzo fraudolento nel processo penale in corso di fronte al tribunale monocratico. E non sono riusciti a fermare neppure l’azione civile visto che è in atto il sequestro del loro appartamento a tutela del credito vantato dal titolare dell’azienda che, per l’accusa, è stata “spogliata” a sua insaputa della consistente cifra.

La certezza è che il titolare dell’azienda con sede alle porte della città si fidava ciecamente della 43enne.

Al punto che lei, ormai ex impiegata della società ternana che commercia tartufi in tutto il mondo con una vasta clientela in Cina, aveva la possibilità di disporre pagamenti senza trovare ostacoli di sorta.

Un “privilegio” che l’avrebbe spinta, per l’accusa sostenuta dalla procura che l’ha portata a processo col marito, a disporre in meno di un anno ben 36 bonifici in favore dell’azienda del coniuge. Per un importo totale che supera i 340mila euro.

La vicenda è finita in un’aula del tribunale penale, col giudice monocratico Enrico Zibellini che, dopo aver ammesso le prove, ha rinviato l’udienza a novembre.

E ha avuto anche significativi risvolti civili visto che il legale del titolare dell’azienda di tartufi, l’avvocato Luigi Fiocchi, ha chiesto e ottenuto dal giudice Marzia Di Bari il sequestro dell’appartamento della coppia.

Il processo civile va avanti spedito e l’udienza fissata per il mese di ottobre sarà probabilmente quella della sentenza.

A scoprire che i conti non tornavano, a gennaio di due anni fa, era stato il commercialista dell’azienda di tartufi. Che aveva chiamato il titolare per chiedergli, alla luce della consistente spesa, che tipo di lavori avesse fatto.

La verità è venuta fuori andando a spulciare le carte dei pagamenti fatti con i bonifici. Trentasei in tutto, tutti disposti dall’impiegata che, per l’accusa, si era preoccupata di avvisare la banca che, per le comunicazioni dei bonifici via sms, doveva utilizzare il numero del suo cellulare.

Le aggravanti contestate dal sostituto procuratore, Elena Neri, relative al “mezzo fraudolento” usato per svuotare i conti aziendali sono legate all’alterazione delle stampe degli estratti conto presentati al datore di lavoro. Nei quali, per l’accusa, venivano cancellate le parti relative alle somme corrisposte all’azienda del marito della 43enne per le quali “la società emetteva fatture per operazioni inesistenti”.

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