Scadenze fiscali, c'è chi aspetta la Tredicesima per pagare. In fila al Caf per rinviare i pagamenti

Lunedì 12 Dicembre 2022 di Fabio Nucci
Scadenze fiscali, c'è chi aspetta la Tredicesima per pagare. In fila al Caf per rinviare i pagamenti

Qualcuno si dimentica di pagare o di presentare la dichiarazione dei redditi, ma ci sono anche persone che sono costrette a rinviare il versamento delle imposte per mancanza di fondi.

Il racconto che arriva dal sindacato dei pensionati e dal Caf della Cisl è di un momento difficile in questo fine anno costellato anche di scadenze fiscali. «In tanti telefonano o vengono in sede per chiedere aiuto – spiega Francesco Ferroni, segretario regionale Fnp Cisl – e se prima qualcuno si vergognava di parlare delle difficoltà finanziarie, oggi la necessità di trovare una soluzione ha spazzato via anche queste remore».

Con la stangata acconto di novembre alle spalle, le casse di molte famiglie sono già state messe a dura prova. Considerando i dati delle dichiarazioni dei redditi 2021 di lavoratori dipendenti e pensionati, nella regione si stimano circa 75mila contribuenti tenuti a versare - tra giugno e novembre - l’acconto Irpef con un’uscita media a contribuente di 2.250 euro; circa 80 milioni da sborsare al 30 novembre, secondo una stima su dati Mef. «Ci sono casi di contribuenti che aspettano di incassare la Tredicesima per versare l’acconto di novembre», racconta Beatrice Billardello, presidente del Caf Cisl Umbria. Anche a costo di subire una maggiorazione, vista l’impossibilità di rateizzare l’importo. «Se si è in difficoltà per il pagamento delle “tasse”, se il contribuente si è dimenticato o non poteva pagare al momento della scadenza, il consiglio che possiamo dare è usufruire del ravvedimento operoso per sistemare l’adempimento, subendo sanzioni ridotte a seconda dei giorni di ritardo». Dopo il 30 novembre, infatti, non è più possibile rateizzare. «Chi non ha potuto rispettare la scadenza e versa tardivamente l’acconto, magari perché ha aspettato di incassare la tredicesima, entro 35 giorni, subisce una sanzione ridotta rispetto a quella generica del 30%». Se si riesce a pagare entro giugno il massimo si sanzione arriva al 3,75%. «Spesso ci accorgiamo quando facciamo la dichiarazione dell’anno successivo che l’utente non ha pagato e siamo noi a proporre il ravvedimento», aggiunge Billardello. «Altri chiedono di predisporre un pagamento tardivo, ma non specificano il motivo e noi ci limitiamo a chiedere la data in cui il contribuente intende pagare. Non abbiamo notato un’impennata di casi in questo senso, ma bisogna considerare che i tempi per presentare la dichiarazione e per versare le imposte si sono allungati». Oggi, infatti, è possibile dichiarare i redditi 2021 fino al 28 febbraio 2023, termine che vale anche per chi dimentica di presentare il modello unico. «Se un lavoratore dipendente percepisce l'indennità di disoccupazione o la cassa integrazione deve presentare la dichiarazione e anche gli stagionali devono fare tale verifica». Anche per l’Imu, nel caso di versamento dopo il 16 dicembre, prossima scadenza per l'imposta municipale unica, conviene procedere col ravvedimento. «Le aliquote 2022 dei comuni principali non sono cambiate ma occorre comunque calcolare il saldo 2022, verificando ad esempio se l’immobile è stato locato e in quale regime».

Tra lavoratori dipendenti e pensionati crescono le difficoltà segnalate anche al sindacato pensionati. «Pur restando un po’ di vergogna da parte di alcuni – spiega Ferroni – c’è chi si presenta in sede per avere un aiuto: la situazione resta tuttavia sottostimata e tante situazioni non emergono». Un aiuto è arrivato dal Bonus sconto in bolletta che in Umbria si stima interessi circa 40mila famiglie per la luce, 30mila per il gas. «Benché sono tutti automatici, in molti lamentano ritardi nell’erogazione e tramite Adiconsum ce ne stiamo occupando interpellando anche l’Arera ma le preoccupazioni crescono perché le tariffe restano alte e molte famiglie si trovano a scegliere come spendere i soldi a disposizione, decidendo cosa pagare e cosa no. E uno degli ambiti è quello della salute con molte persone che, vista l’attesa per certe prestazioni pubbliche, non potendosi permettere una visita privata, rinunciano. E lo stesso vale per il cibo: anche chi avrebbe la possibilità, stringe la cinghia e risparmia per l’incertezza che grava sul futuro. Altri, come risulta dalle varie sedi regionali del sindacato, si presentano chiedendo se possiamo dare loro una mano, in difficoltà per far fronte a scadenze imminenti». 

Ultimo aggiornamento: 15:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA