Termovalorizzatore, via al piano. Ecco dove potrebbe essere realizzato

Sabato 5 Novembre 2022 di Luca Benedetti
La discarica di Borgogiglione

Avanti con il termovalorizzatore nonostante i tanti «non nel mio giardino» arrivati in Regione dai Comuni durante la fase delle osservazioni al piano dei rifiuti. Avanti e non poteva essere diversamente. Solo che l’altro giorno la giunta Tesei ha dato una svolta importante alla rivoluzione annunciata a inizio anno dall’assessore all’Ambiente Roberto Morroni: c’è l’adozione del piano. Lo certifica la delibera numero 1135. Questo significa che scatta la road map per l’approvazione da parte del consiglio regionale. E poi del piano d’ambito commissionato da Auri che significa la parte operativa di tutto. Obiettivo: fare prima del 2035 imposto dall’Europa per ridurre i rifiuti in discarica.
Allegata alla delibera c’è la foto dei rifiuti di oggi e le proiezioni di domani. In testa una data: 31 dicembre 2027, giorno in cui dovrà essere pronto l’impianto di termovalorizzazione da 160mila tonnellate. Impianto che brucerà i rifiuti urbani indifferenziati, i fanghi della depurazione delle acque, gli scarti della frazione secca indifferenziata, gli scarti della frazione organica e i rifiuti ospedalieri.
Dentro al faldone degli allegati c’è una cartina dell’Umbria quasi tutta in rosso. Il rosso indica le zone dove il termovalorizzatore non potrà essere costruito. I criteri degli impianti che servono per attuare la rivoluzione rifiuti fanno parte della delibera di adozione del piano, e c’è anche il termovalorizzatore. Zona iper rossa quella di Terni e Narni (anche Assisi e Bastia), il bianco compare tra Perugia e l’asse verso Marsciano, o non lontano da Foligno, tanto per fotografare un futuro ancora tutto da definire. La relazione generale spiega: «L’impianto di incenerimento con recupero energetico è realizzato entro il 31/12/2027, ed è localizzato nel rispetto dei criteri di cui al presente piano, preferibilmente in aree già destinate ad uso industriale o a attività produttive commerciali, da individuare sull’intero territorio regionale». Entro quattro mesi dall’approvazione del piano, l’ Auri scenderà in campo, tramite avviso pubblico di manifestazione di interesse, per la procedura della progettazione, realizzazione e gestione dell’impianto di trattamento e recupero energetico.
Il piano prevede che Auri affidi la realizzazione dell’impianto entro diciotto mesi dall’approvazione del piano. «La realizzazione dell’impianto-spiega ancora la relazione generale- dovrà avvenire entro trenta mesi dall’affidamento dei lavori. Dalla data di messa in esercizio dell’inceneritore è interrotto il conferimento in discarica dei rifiuti derivanti dal ciclo di gestione dei rifiuti urbani che sono previsti essere recuperati dal punto di vista energetico in relazione al presente piano».
Il termovalorizzatore è la partita più grossa. Ma cambia anche la gestione dei rifiuti. Non più gare spezzate in sub ambiti, ma un gestore regionale per i servizi di superficie (cioè la raccolta) e uno per la gestione degli impianti(selezione per esempio) con l’Umbria che indica l’autosufficienza sul fronte dello smaltimento della frazione organica, che cioè i rifiuti non finiranno più fuori regione. Anche quella della gestione di un servizio fatto a immagine e somiglianza dell’Umbria dei campanili, è un pezzo della rivoluzione. Dovranno essere omogeneizzate le scadenze delle varie gestioni in corso. Per l’Ambito del Perugino l’ Auri si è già mossa con il procedimento avviato per gestire la transizione. Per l’ambito del Perugino è in scadenza l’appaltone da un miliardo. I conti sul futuro dicono che una gara per quel territorio vale almeno 100milioni di euro l’anno
DIFFERENZIATA E DISCARICHE
Due sono i passaggi chiave verso la termovalorizzazione. L’allungamento delle vita delle discariche e l’incremento della raccolta diufferenziata. A questo momento le pratiche per l’ampliamento di Borgogiglione vengono date a rilento se non di più; mentre corre Belladanza. Una partita da un milione di metri cubi con un bonus aggiuntivo del venti per cento. La produzione dei rifiuti in Umbria, indicata nella delibera, dice come a fronte di una produzione totale regionale di rifiuti al 2020 pari a 439.050 tonnellate, si stima per il 2035 una produzione totale regionale pari a 419.702, scenario legato a una popolazione di 844.422 abitanti.
La Regione ammette che il trend di crescita delle raccolta differenziata non è stato in linea con le previsioni del piano regionale del 2009: si è infatti raggiunto nel 2013 - con quattro anni di ritardo - l’obiettivo del 50%, e nel 2016 -con 7 anni di ritardo - quello del 65%.

Guardando ai singoli sub-ambiti (ex Ati) la situazione appare disomogenea con il Sub-ambito 4 che, a seguito dell’introduzione di schemi di raccolta differenziata domiciliare spinta ha raggiunto stabilmente livelli di raccolta differenziata superiori al 70% dal 2017, seguito dalle buone performance del Sub-ambito 2 (Perugino). In crescita più lenta ma costante è il Sub-ambito 1 (Altotevere e Gubbio) mentre il Sub-ambito 3 (Foligno-Spoleto-Valnerina) rimane ancora lontano (è al 55,6%) dal conseguimento degli obiettivi di Piano.

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