Tangenti per evitare i controlli fiscali: condannato finanziere a Perugia

Mercoledì 24 Novembre 2021 di Egle Priolo
Tangenti per evitare i controlli fiscali: condannato finanziere a Perugia

PERUGIA - Tangenti per evitare verifiche fiscali: il finanziere Giuseppe Martucci è stato condannato a tre anni di reclusione con l'accusa di concussione.

Questa la sentenza arrivata ieri in tarda serata e firmata dal collegio presieduto da Matteo Cavedoni nei confronti del militare a cui si contestavano quattro distinti episodi, avvenuti tra il 2003 e il 2010.

Per il primo, il tribunale ha dichiarato avvenuta la prescrizione, mentre per gli altri ha accolto le accuse mosse dal procuratore aggiunto Giuseppe Petrazzini, che aveva chiesto una condanna totale a sei anni e sei mesi.
Con la concessione delle attenuanti, la sentenza è stata quindi decisamente più leggera, considerando le contestazioni per quegli episodi «con riferimento a ognuno dei quali – si legge nel capo di imputazione - il luogotenente, nell’ambito di ispezioni fiscali, avrebbe proferito minacce di gravi conseguenze di natura tributaria e penale in relazione all’attività di verifica, chiedendo il versamento di corrispettivi affinché l’ispezione si potesse concludere senza ulteriori contestazioni o estensioni».
«È una sentenza che riequilibra molto le richieste – ha commentato all'uscita dal tribunale il suo legale, l'avvocato Francesco Falcinelli -. Noi abbiamo sostenuto in udienza come si tratti di condotte contestate irrealizzabili, per la tipicità della verifica fiscale, alcune secondo noi neanche dimostrate. Aspettiamo ora di leggere le motivazioni, previste tra novanta giorni, per valutare eventuali altri iniziative difensive». Martucci, che negli anni ha sempre ribadito con forza la correttezza del proprio operato, è stato condannato anche al pagamento di una provvisionale di diecimila euro per ciascuna parte civile, rappresentate dagli avvocati Giuseppe Innamorati, Massimiliano Manna e Michele Rotunno.
Per questi stessi fatti, qualche mese fa Martucci era stato già condannato dalla Corte dei conti a risarcire l'erario per un danno da tangente da 75mila euro, quello che per i giudici contabili era l'ammontare di quanto «illecitamente ricevuto dagli imprenditori da lui sottoposti a verifica fiscale». Anche secondo la procura della Corte dei conti, tra testimonianze e i flussi di danaro sui sui conti correnti, era «comprovata l'effettiva percezione» dei soldi da parte del militare e i giudici avevano sottolineato «il comportamento del dipendente infedele consapevolmente attuato per fini egoistici, in assoluto spregio dei doveri inerenti alla funzione». Ma la stessa Corte lo aveva assolto per il danno da disservizio, per la tentata concussione per cui era già finito nel mirino della procura penale.

© RIPRODUZIONE RISERVATA