Studente morto a 17 anni all'ospedale di Perugia: la Procura riapre le indagini

Domenica 16 Aprile 2023
La sede della Procura a Perugia
Morire a soli 17 anni: inaccettabile. Lo sarà per sempre, per la famiglia di Alex Mazzoni. Ma lo sarà forse un po' di meno, se e quando si arriverà a una spiegazione in grado di fugare ogni dubbio. Specie se emergono elementi che meritano di essere investigati e chiariti. Per questi motivi, la procura di Perugia ha deciso di chiedere la riapertura delle indagini sul caso del giovanissimo studente deceduto tre anni fa a seguito di quello che per il papà, familiari e amici del ragazzo è stato un modo sbagliato di trattare la leucemia che gli era stata diagnosticata.
Qualche mese fa, la famiglia di Alex ha prodotto documentazioni su cui l'ufficio guidato da Raffaele Cantone ha valutato come sia il caso svolgere attenti accertamenti. Per valutare eventuali profili di responsabilità medica proprio in relazione al trattamento della malattia emersa. La sensazione è che si tratti non solo di un atto dovuto di fronte a elementi considerati evidentemente attendibili, ma necessario proprio per via della giovanissima età e delle condizioni in cui è avvenuto il decesso. Senza ovviamente tirare la croce addosso a nessuno, ma appunto con l'obiettivo di fugare ogni dubbio. «Gli diagnosticarono una leucemia non fulminante – ha raccontato papà Stefano -. Gli hanno fatto quattro chemio ed è morto per emorragie diffuse. Qualcuno, sbagliando, è riuscito a interrompere i sogni del mio ragazzo in soli 20 giorni. Un anno dopo ci è stata data la risposta dell’autopsia e hanno chiuso il caso». 
In particolare, secondo quanto si apprende, la consulenza di un ematologo nominato dalla famiglia potrebbe aver portato elementi su cui far luce. I consulenti di parte della famiglia, infatti, sono giunti a conclusioni diverse rispetto a quelle dell’esperto incaricato dal pubblico ministero e per questa ragione la famifglia sollecita la nomina di medici legali specializzati in ematologia e oncologia: «Per dimostrare l’errato trattamento medico a cui è stato sottoposto Alex, che lo ha condotto al suo decesso».
Secondo quanto si legge nelle carte giudiziarie della famiglia ci sono stati «errori medici in stretto nesso di causalità con la morte» del 17enne che «malgrado un paio di inquietanti episodi» avvenuti durante precedenti ingressi in ospedale «non è stato sottoposto ad esami endoscopici» che «avrebbero permesso di accertare senza ombra di dubbio da un lato l’emorragia in corso causata dalla mucosite e dall’altro di sospendere il trattamento chemioterapico». Certe decisioni degli oncologi vengono definite «imprudenti». 
Il ricordo di Alex vive nella targa dell’aula dell’Ipsia Cavour Marconi Pascal di Piscille che i compagni di scuola e gli insegnanti hanno voluto dedicargli: «Un ragazzo dal carattere eccezionale, encomiabile nel comportamento e sempre capace di trasmettere valori positivi - questa è la descrizione che ne viene ancora fatta nei corridoi dell’istituto -. Un esempio e un modello per tutti».
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