Perugia, studente morto a 17 anni. La famiglia: «Riaprite le indagini»

Giovedì 9 Marzo 2023 di Enzo Beretta
Gli uffici della procura della Repubblica di Perugia
I familiari di Alex Mazzoni chiedono di riaprire le indagini sulla morte dello studente di 17 anni deceduto a Perugia l’11 marzo di tre anni fa. «Gli diagnosticarono una leucemia non fulminante - racconta Stefano, il suo giovane papà -. Gli hanno fatto quattro chemio ed è morto per emorragie diffuse». Il ricordo di Alex accompagna l’esistenza dei genitori, dei suoi due fratelli maggiori e dei nonni. «Vivrai sempre dentro il nostro cuore - posta sui social network il padre -. Per me sono finite le gioie, le speranze,x i colori, le risate». La morte di Alex è stata archiviata e da quel giorno la famiglia non si dà pace: «Qualcuno, sbagliando, è riuscito a interrompere i sogni del mio ragazzo in soli 20 giorni - racconta il papà -. Un anno dopo ci è stata data la risposta dell’autopsia e hanno chiuso il caso». Pochi mesi fa, però, la famiglia ha depositato in Procura a Perugia un’istanza attraverso la quale spera di avere giustizia. I consulenti di parte della famiglia, infatti, sono giunti a conclusioni diverse rispetto a quelle dell’esperto incaricato dal pubblico ministero e per questa ragione viene ora sollecitata la nomina di medici legali specializzati in ematologia e oncologia: «Per dimostrare l’errato trattamento medico a cui è stato sottoposto Alex, che lo ha condotto al suo decesso». Secondo quanto si legge nelle carte giudiziarie della famiglia ci sono stati «errori medici in stretto nesso di causalità con la morte» del 17enne che «malgrado un paio di inquietanti episodi» avvenuti durante precedenti ingressi in ospedale «non è stato sottoposto ad esami endoscopici» che «avrebbero permesso di accertare senza ombra di dubbio da un lato l’emorragia in corso causata dalla mucosite e dall’altro di sospendere il trattamento chemioterapico». Certe decisioni degli oncologi vengono definite «imprudenti». «La valutazione di altre possibilità terapeutiche poteva indurre a considerare la rimodulazione della terapia di induzione riducendo la dose totale prevista dai chemioterapici o dilazionando la somministrazione della chemioterapia - ne è convinto l’avvocato della famiglia - o applicando entrambe le strategie, al fine di valutare l'andamento della complicanza intestinale e riducendo il periodo di aplasia, favorendo la guarigione della mucosite e permettendo la ripresa dei cicli chemioterapici in condizioni di maggiore sicurezza». Il ricordo di Alex vive nella targa dell’aula dell’Ipsia Cavour Marconi Pascal di Piscille che i compagni di scuola e gli insegnanti hanno voluto dedicargli: «Un ragazzo dal carattere eccezionale, encomiabile nel comportamento e sempre capace di trasmettere valori positivi - questa è la descrizione che ne viene ancora fatta nei corridoi dell’istituto -. Un esempio e un modello per tutti».
Enzo Beretta
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