Bevute insieme e poi la foto di gruppo sui social senza mascherina: la sfida dei giovani di Terni al virus

Giovedì 12 Novembre 2020
Bevute insieme e poi la foto di gruppo sui social senza mascherina: la sfida dei giovani di Terni al virus

TERNI Gruppetti di giovani e giovanissimi. Grappoli di ragazzini, molti sono minorenni, che si danno appuntamento nei ritrovi della movida. Tutti insieme, senza distanza di sicurezza e senza mascherina. Il divertimento è sfoggiare un disinvolto atteggiamento “negazionista” del Covid. «Non ci preoccupa niente», «Non serve la mascherina», «Ci conosciamo tutti, siamo tutti amici...».

Una stupida sfida alla pandemia con tanto di feste no-mask postate sui social. 

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Come successo poco prima della chiusura di un bar del centro e poco prima che scattassero i nuovi provvedimenti restrittivi del Governo. Un gruppo di ragazzi ha deciso di festeggiare non si sa che cosa con un vero e proprio party. Tutti insieme senza mascherina, tutti intorno a due tavolini a cantare e strillare, senza preoccuparsi minimamente delle distanze. Brindisi, filmati e urla: quasi si trattasse di una festa di Capodanno. Non contenti, hanno postato tutto sui social, con foto e video che sono girati velocemente fino ad arrivare allo sguardo arrabbiato di tanti ternani che ci hanno chiamato per denunciare quanto accaduto: «Non hanno un minimo di testa - dice una mamma di una liceale che ha visto il video - non hanno un minimo di ritegno, non hanno un briciolo di intelligenza che li possa portare a capire che rischiano di diventare veicolo del virus e di portarlo a casa, magari hanno vicino a loro persone vulnerabili». 


Siamo andati a parlare con i titolari del locale, il Rendez Vous di piazza San Francesco, facilmente riconoscibile nelle foto e nei video postati. Ad accoglierci la titolare Romina che sapeva già tutto: «Si tratta di un gruppo di ragazzi che frequenta il nostro locale da sempre- racconta Romina- martedì sera hanno voluto prendere due tavoli come facevano di solito, sono entrati con la mascherina e non potevo certo impedirlo di farlo». 
Poi, intorno alle 17,30 è iniziata la pseudo festa: «Ad un certo punto mentre stavo lavorando dietro il bancone ho sentito urla e canti - racconta Romina- sono subito intervenuta e mi sono accorta che quasi tutti non portavano le mascherine e che erano troppo vicini tra di loro, li ho subito richiamati e mandati via, di più non potevo fare». Poco distante, all’ospedale Santa Maria, non si trova un posto per ospitare pazienti positivi, con le Terapie intensive complete: «Ecco, questo - conclude Romina - glielo dovrebbero far capire i genitori o chi per loro».

Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 18:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA