Il calo demografico pesa sulla scuola: 1500 studenti in meno a addio a cento classi

Venerdì 19 Maggio 2023 di Remo Gasperini
Nella foto d'archivio una classe vuota

Millecinquecento alunni in meno rispetto all’anno scorso.

Addirittura oltre seimila quelli “spariti” in cinque anni. Il calo demografico colpisce duro anche in Umbria e gli effetti si stanno sentendo in maniera consistente nelle scuole d’Infanzia, dove nel prossimo anno scolastico mancheranno 380 bambini, e soprattutto alle Elementari dove il gap è di quasi mille unità. Sono ancora stabili le presenze nelle secondarie di I grado mentre le Superiori fanno registrare, unica eccezione, un lieve aumento. Secondo i dati pubblicati dall’Usr relativi all’organico 2023-24, purtroppo c’è da registrare che a fronte del calo generale di studenti c’è invece ancora un aumento di quelli con certificazione L.104/92: al momento sono 4.773 ma come sempre il numero crescerà al momento dell’inizio della scuola e l’attuale dato di +99 rispetto allo scorso anno subirà un aumento. Stabile nel complesso il numero di insegnanti che fra posti comuni, di sostegno e potenziamento superano, a bocce ferme, le 12mila unità. Ma da qui a settembre il numero aumenterà per l’annuale deroga e il raddoppio degli insegnanti di sostegno cui si aggiungeranno i supplenti di materie comuni che nel complesso porteranno nelle classi una platea di quindicimila docenti. A proposito di classi, nonostante la stabilità del corpo docente, con il calo di alunni a settembre ce ne saranno 109 in meno e il grosso è ovviamente all’Infanzia (-24) e soprattutto alla Primaria (-51).

Salvo aggiustamenti con la situazione di fatto, anche alle Superiori, dove c’é un piccolo aumento di studenti, saltano 31 classi. Com’è possibile che accade ciò? «E’ il solito problema della coperta corta – spiega Annarita Di Benedetto segretaria regionale del sindacato Snals - L’input arriva dal ministero che vuole fare operazioni a costo zero: sacrosanta la politica di salvataggio dei presidi scolastici nelle aree montane e svantaggiate ma visto che gli organici dei docenti non cambiano è inevitabile fare tagli da altre parti». «Così ci rimettono le scuole dei centri maggiori e in particolare le Superiori dove – aggiunge Moira Rosi, segretaria generale della Cgil scuola - nella formazione delle classi si procede al massimo riempimento così uno degli effetti del calo di studenti è l’aumento dei docenti soprannumerari. Sia chiaro, da noi non ci sono classi pollaio ma pur nel rispetto della normativa ci sono sempre più classi affollate». Di Benedetto e Rosi tengono a precisare che la croce non può andare sulle spalle del dirigente dell’Usr Sergio Repetto «che non può fare altro che seguire le regole dettate dal ministero».

Sulla insufficienza di organico nonostante il calo di studenti la Rosi punta il dito e spiega: «Con l’allargamento della Educazione Motoria alle classi quarte delle Primarie, oltre le quinte dove è già attiva, la necessità di docenti è aumentata ma questi posti, e non sono pochi, vanno calcolati nello stesso organico di sempre, dunque di fatto siamo di fronte ad una diminuzione del personale non alla sbandierata stabilità. Questo al ministero lo abbiamo ripetuto in tutti gli incontri ma non c’è stata risposta». Dunque le proteste dei sindacati, e ce ne sono, vanno tutte indirizzate, non da oggi, in viale Trastevere a Roma. «Di punti di criticità ce ne sono diversi – aggiunge la Di Benedetto – L’aumento esponenziale negli anni dei ragazzi con disabilità non è mai stato risolto in via definitiva e il ricorso delle nomine dei docenti in deroga non è la soluzione. Lo diciamo da anni che l’organico di diritto del Sostegno va adeguato ampliandolo fino a coprire i posti che realmente servono. E un altro problema che va affrontato è quello dei Professionali il cui calo di iscrizioni è in continuo aumento anche per quegli indirizzi, come l’Alberghiero, che hanno tirato molto negli anni scorsi».

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