Ripartenza del commercio, scatto subito la paura per la chiusura del weekend

Martedì 2 Marzo 2021 di Cristiana Mapelli
Ripartenza del commercio, scatto subito la paura per la chiusura del weekend

Primo giorno di zona arancione e riapertura dei negozi dopo la lunga pausa di tre settimane.

Ma nella giornata di ripartenza fa paura l’ipotesi in tutta l’Umbria, dell’obbligo di chiusura il sabato dalle 14 dei negozi (esclusi farmacia, edicole, tabacchi, alimentari, prodotti agricoli) e la domenica e la possibilità di proroga di tale restrizione.

SALDI DEI SALDI

Nell’acropoli già dal mattino qualche curioso si sofferma a guardare le vetrine che per l’occasione hanno detto addio alle collezioni invernali per accogliere i clienti con quella primaverile. Per chi va a caccia di affari, sono quaranta le attività commerciali che fino a sabato aderiscono allo Sbaracco organizzato dal Consorzio Perugia in centro in una versione più duratura e a prova di Covid. «Per essere lunedì c’è stato un bel movimento – spiega Gianluca Alimenti del Consorzio Perugia in centro – andiamo avanti fino a sabato e ci aspettiamo un flusso continuo, ma ordinato a prova di Covid, per tutta la settimana». Le regole sono uguali per tutti: misurazione della temperatura, mantenimento del distanziamento e mascherina FFp2 obbligatoria per i commessi e consigliata per i clienti, ingressi contingentati. Oltre all’obbligo di chiusura delle attività il sabato alle 14 e la domenica.

VOGLIA DI SHOPPING

«I nostri clienti non ci hanno mai abbandonato – spiega Ilenia Votini di Spazio Vintage in via della Pallotta, vendita di abbigliamento e accessori second hand –. Abbiamo riaperto sin dalla mattina e abbiamo fatto l’orario continuato. In molti, anche nuovi clienti, sono venuti a salutarci, per rinnovare un po’ il guardaroba. Fare un giro nei negozi serve anche per alleggerire la mente da questo momento di tensione costante. Lo shopping si concentra su borse e nuovi look per la primavera». In periferia si torna al lavoro anche nei negozi dia rredamento. «Tra i clienti c’è attenzione nel rispetto delle normative anti Covid – racconta Giuseppe Lofrumento titolare del negozio dell’usato e collezionismo a Ponte San Giovanni - . Grazie alla bella stagione, i clienti vanno alla ricerca di oggettistica da giardinaggio: vasi, rastrelli, zappe, seghe, vasi in coccio, oltre e al bricolage». «Ritornare al lavoro– spiega Silvia Cappuccella di Dorico calzature – è stato un modo per ridarci dignità, una gioia immensa. Sono state settimane molte dure e che, dopo le chiusure di natale e quelle di febbraio, rendono ancora più necessari ristori veri e proprio, e non finanziamenti regionali. Di buono c’è che in queste pause forzate abbiamo utilizzato molto i social per rimanere in contatto con i clienti e magari raggiungerne di nuovi».

ULTERIORI RESTRIZIONI

Confartigianato chiede un «ripensamento dell’ordinanza regionale che in modo che gli obblighi siano imposti solo se strettamente necessari e solo su base comunale, in considerazione dell’andamento dei dati comunali del contagio». Secondo l’associazione di categoria, «le restrizioni di chiusura non vengono accettate dalle imprese soprattutto quando la recrudescenza del contagio non dipende evidentemente dalla propria attività, ma forse è maggiormente imputabile a difficoltà del servizio sanitario». Tra quelle che fanno nascere dubbi l’anticipo del coprifuoco alle 21 e la chiusura di tutte le attività il sabato alle 14. «Tale obbligo appare estremamente impattante per le imprese commerciali che concentrano nel sabato pomeriggio la maggior parte del fatturato. L’obbligo appare di difficile attuazione anche nei confronti della popolazione che dovrebbe riorganizzare le prassi di acquisto e di approvvigionamento».

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