Perugia, guerra alla ‘ndrangheta: maxi sequestro da otto milioni

Sabato 15 Aprile 2023 di Michele Milletti
Perugia, guerra alla ‘ndrangheta: maxi sequestro da otto milioni
Guerra ai soldi sporchi. Quelli prodotti dal traffico di droga, ad esempio. Oppure dalle truffe in ambito economico-finanziario con società usate come schermo. Una guerra che a Perugia significa otto milioni di euro tra conti correnti, società e immobili sequestrati a chi è stato considerato da un’inchiesta partita dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro come una «propaggine» a Perugia dei clan crotonesi di San Leonardo di Cutro. 
Un’indagine “esplosa” nel 2019 con gli arresti, da parte della squadra mobile perugina, di calabresi da tanti anni residenti in città considerati attivi non solo nel traffico di droga dalla Calabria a Perugia, nelle truffe e nel ricattare le attività economiche concorrenti, ma anche in grado di provare a influenzare le elezioni amministrative dello stesso 2019.
Un’operazione che trova l’importante riscontro della Direzione investigativa antimafia. «La Polizia di Stato di Perugia e di Crotone ha eseguito un sequestro di beni a carico degli eredi del capo della ‘ndrina umbra, riconducibile alla famiglia dei Mannolo Trapasso alleata al clan Commisso di Siderno. I beni sono stati ritenuti riconducibili agli eredi dell’esponente di vertice della cosca Trapasso di San Leonardo di Cutro e ad un imprenditore calabrese, entrambi considerati elementi di riferimento nel territorio umbro per gli affiliati alla consorteria mafiosa e a diverse altre famiglie di ‘ndrangheta dell’area ionico –catanzarese. Il provvedimento, scaturito dagli sviluppi dell’operazione “Infectio” eseguita nel 2019 che ha documentato l’operatività in Umbria del locale di San Leonardo di Cutro (KR), ha riguardato compendi societari, beni mobili e immobili e rapporti finanziari per un valore complessivo di circa 8 milioni di euro» è quanto si legge nell’ultima relazione della Dia al Parlamento. E viene ulteriormente sottolineato come «l’indagine ha consentito di documentare l’esistenza di un sodalizio criminale dedito all’infiltrazione nel tessuto economico e imprenditoriale della Regione in grado di gestire i documenti societari, contabili e finanziari in modo da trarne benefici economici».
Ma c’è di più, dal momento che sempre stando a quanto si apprende dalla relazione, la Dia nel corso del 2022 ha proposto alla procura perugina l’applicazione di una misura di prevenzione anche in questo caso sul fronte del contrasto alla criminalità organizzata calabrese. «Il capoluogo di regione ha fatto rilevare nel tempo la presenza di soggetti contigui ad alcune ‘ndrine calabresi, risultate attive nell’infiltrazione del settore economico e nel campo del traffico delle sostanze stupefacenti, nonché di soggetti ritenuti “vicini” alla camorra» conclude l’antimafia.
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