Perugia, condannato spacciatore per la mamma morta durante un festino a Fontivegge

Sabato 19 Febbraio 2022 di Michele Milletti
Perugia, condannato spacciatore per la mamma morta durante un festino a Fontivegge

PEEUGIA Avrà cinque anni di tempo per ripensare a quella maledetta notte di aprile di un anno fa. A quei due festini in due appartamenti nella zona di Fontivegge, in cui alcol e cocaina sono scorsi a fiumi e al fondo dei quali una ragazza di appena 27 anni è morta. Chissà se avrà modo di realizzare quanto ha combinato quella notte, perché se alla fine se l’è cavata per l’accusa di “morte in conseguenza di altro reato” non è potuto sfuggire a quella di spaccio e violenza sessuale. Già, perché non si è limitato a fornire la droga nei festini a tutto eccesso che hanno portato alla morte della donna, ma si è pure messo a filmarla dopo averla violentata. Avrà tempo per pensare a tutto questo, in carcere, il quarantenne sudamericano condannato ieri a cinque anni. Mentre in una casa perugina ci sono due bambini che ancora non sanno capire perché la mamma non tornerà più. Una giovanissima badante, anche lei sudamericana, che quella notte ha deciso di lasciarsi andare ma è purtroppo finita nelle mani della persona sbagliata.
Nei confronti dell’uomo il pubblico ministero Paolo Abbritti aveva chiesto una condanna a sette anni al termine del processo con rito abbreviato scelto da lui e dai suoi legali per ottenere lo sconto di un terzo della pena.
L’INDAGINE
L’uomo è stato arrestato ad ottobre, dopo sei mesi di indagini serrate da parte degli investigatori della squadra mobile, diretti da Gianluca Boiano. Il magistrato aveva ipotizzato i reati di violenza sessuale aggravata e di morte come conseguenza di altro delitto, ma anche il concorso in spaccio con una connazionale coetanea finita ai domiciliari.
Le indagini hanno documentato come la 27enne avesse trascorso la prima parte della serata precedente bevendo alcolici in un altro appartamento in compagnia di connazionali.

Poco prima dell’una di notte si era quindi spostata, con un gruppo di loro, compresi i due indagati, nell’appartamento di piazza Vittorio Veneto, dove avrebbe consumato eroina e cocaina fornite proprio dall’uomo arrestato, padrone della casa. Nel corso della notte, dopo che gli altri erano andati via, secondo la ricostruzione della squadra mobile, approfittando dello stato di incoscienza della donna dovuto alla consistente assunzione di alcol e droga, l’uomo l’avrebbe indotta a subire atti sessuali, arrivando anche a fotografare la violenza. Violenza che sarebbe andata avanti anche nelle prime ore della mattina di quella domenica, fino a poco prima del decesso. Una storia inquietante, corroborata anche da una testimonianza di chi ha raccontato alla polizia di come nel corso del festino fosse stato proprio lui a tirar fuori la cocaina, con le indagini che hanno portato alla luce anche quella che è ritenuta una «fiorente» attività di commercio di stupefacenti – cocaina, eroina e marijuana -, messa in piedi dalla donna finita ai domiciliari in qualità di organizzatrice e dall’uomo quale «collaboratore abituale».

Ultimo aggiornamento: 12:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA