«Dopo il lockdown a causa del Covid riparte il lavoro ma parallelamente ripartono anche le morti bianche e gli infortuni denunciati sono sempre più gravi».
INFORTUNI DA COVID
Nel 2020 sono calate del 25,1% le denunce per infortunio sul lavoro registrate dall’Inail. Sono 10.534 le denunce registrate di infortuni sul lavoro, mentre nel 2020 queste scendono a 7.880. Ancora più nel dettaglio, la provincia di Perugia è passata da 8.374 a 6.246 (-25,4%), in quella di Terni si è scesi da 2.160 a 1.634 (-24,4%). Tra i dati interessanti anche quali sono i periodi di maggiore concentrazione delle denunce per Covid in Umbria risultano i mesi di marzo, ottobre e novembre. Da aprile a settembre la curva dei contagi nella regione si è azzerata per poi, invece, tornare a salire. Il 63,4% degli infortuni ha interessato le donne, il restante 36,6% uomini. Ancora sempre in materia di infortuni legati al Covid: il 71,8 % delle denunce si registri nel capoluogo. Per quanto riguarda i settori, il 62,9 % dei casi ha toccato la sanità e dell’assistenza sociale, l’11% dai trasporti, il 9% dei casi dal manifatturiero, il 3,7% dal commercio. Ancora più nel dettaglio: nel 37,9% dei casi si tratta di tecnici della salute, nel 14% di medici, 12,7% professionisti qualificati nei servizi sanitari e sociali, 5,5% impiegati e segretari, 2,8% personale qualificato della scuola.
IL FUTURO
Questi sono segnali evidenti che nonostante il Covid si continua a morire di lavoro, anzi in proporzione si muore di più. «La ripresa produttiva che avverrà nei prossimi giorni rischia di determinare ulteriori peggioramenti – continua Gianni Fiorucci dalla Cgil Umbria che vigilia sul settore degli infortuni sul lavoro - . Dobbiamo far si che da una parte la transizione energetica e dall’altra quella digitale producano effetti positivi nel modello di sviluppo economico, puntando su un lavoro di qualità e con maggiore sicurezze. Questo non solo determina un costo sociale inaccettabile in termini di perdita di vite umane, ma non ci permetterà di traguardate un modello sostenibile nel futuro, elemento necessario per vincere la sfida lanciata dall’Europa denominata Next Generation Eu. Qual è il costo di queste vite che si spezzano?»