Spoleto, a messa c'è l' aperitivo, il web si divide sul prete della fidelity card (timbrata ogni domenica)

Domenica 2 Luglio 2017 di Ilaria Bosi e Italo Carmignani
don Gianfranco Formenton

 Tutti puntuali, alla messa delle 11. Per gli abitanti di San Martino in Trignano, periferia di Spoleto, la Messa card, la tessera che garantisce ai frequentatori della Messa prosecco e patatine, è soltanto un dettaglio. Un corollario alle tante iniziative della parrocchia, che si traduce in spirito di comunità. Nessuna corsa all’aperitivo, insomma, ma soltanto un’occasione per condividere, dopo preghiere e benedizione, un momento conviviale, un saluto con brindisi prima del pranzo. Fuori da qui l’iniziativa di don Gianfranco Formenton, che d’estate dota i suoi parrocchiani di una card per accumulare punti e offre aperitivi a fine messa, fa discutere. “Questa è una realtà piccola – dice un parrocchiano – dove tutti si conoscono e alle iniziative del nostro sacerdote diamo la giusta lettura. Non tutti eh, c’è anche chi prende le distanze: ma don Gianfranco è così, o lo ami o lo detesti. Lui è il primo a non ammettere mezze misure”. L’idea della Messa card, come ha spiegato lo stesso parroco, è nata come una sorta di gioco con i ragazzi.

La card viene timbrata ogni domenica, a fine messa, dallo stesso parroco.

Ed è un modo per far capire che l’impegno con la fede prosegue anche in estate, non va in vacanza. Molti sembrano aver colto lo spirito giocoso e provocatorio dell’iniziativa. Formenton, del resto, è un prete dai modi anticonvenzionali, ligio ai temi del vangelo, ma anche dinamico nel costruire insieme alla sua gente idee e progetti che spesso si concludono con momenti di condivisione, anche conviviale. Ed è abituato a far discutere su temi ben più importanti della Messa card con aperitivo e locali climatizzati. La gente del posto, o almeno i suoi fedeli, lo sanno e in tutto questo non vedono alcuna stravaganza. Semmai, un valore aggiunto. La notizia della Messa card, com’era prevedibile, ha sollevato curiosità e polemiche. Ma i suoi fedeli, anche nella ridda di commenti che si sono scatenati sul profilo facebook del sacerdote, lo difendono senza riserve: “Interessante esperimento – scrive uno di loro – per vedere chi si diletta a leggere e ricamare e chi invece viene a fare la Chiesa, come tutte quelle persone che ne contribuiscono ogni giorno, da anni, alla costruzione materiale e spirituale (catechisti volontari, giardinieri e, non per ultimo, i genitori dell’oratorio). Chiedo scusa se non menziono tante altre iniziative: venite e partecipate, invece di stare a commentare”. Insomma, giù le mani da don Gianfranco: meno chiacchiere e più gesti. In perfetto stile Formenton.

Ultimo aggiornamento: 4 Luglio, 02:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA