PERUGIA La Lega ha perso un consigliere regionale. Ieri mattina Francesca Peppucci – tuderte, 29 anni e 4887 preferenze raccolte due anni e mezzo fa - ha rassegnato le dimissioni dal gruppo del Carroccio. Appena due righe - “comunico la mia uscita dal gruppo consiliare Lega Umbria” - inviate poco prima dell’ora di pranzo al presidente dell’assemblea legislativa Marco Squarta e al segretario generale di Palazzo Cesaroni Juri Rosi, e la frittata è fatta.
Nel pomeriggio di lunedì, durante la riunione dello stato maggiore del partito “la ex” Peppucci e il segretario regionale del partito Virginio Caparvi se le erano dette a brutto muso (come raccontato ieri dal Messaggero) rinfacciandosi a vicenda la debacle di Todi. Era finita tra le urla. E quelle stesse accuse reciproche ieri sono state messe nero su bianco. Prima la nota di lei: «La goccia che ha fatto traboccare un vaso ormai pieno è l’accusa che mi ha rivolto Caparvi di non aver messo la faccia alle comunali di Todi, quando per primo sa che la decisione di non candidarmi è stata una scelta ponderata legata alla mia condizione personale di salute...». Poi la replica di lui insieme al capogruppo in consiglio regionale Stefano Pastorelli: « Peppucci non ha lasciato oggi la Lega Umbria, ma lo ha fatto nel momento in cui ha smesso di sostenere il partito nelle sue iniziative e nelle sue battaglie, compresa quella di Todi».
Prima di diventare “fuoriuscita”, Francesca Peppucci aveva vestito i panni di enfant prodige: 11.400 preferenze raccolte alle Europee del maggio 2019 da ventiseienne consigliere comunale della città di Jacopone, quando il partito del Capitano volava oltre il 30 per cento e si preparava a conquistare Palazzo Donini. Ieri l’affondo: «Nel partito prevalgono arroganza, esclusione, personalismi». La replica: «Quello che viene chiamato allinearsi ai vertici regionali altro non è che il rispetto di una linea politica basata su valori e impegni presi con i cittadini».
Per ora Francesca Peppucci sarà al gruppo misto, restando nel centrodestra. Gli scommettitori si dividono su due opzioni: Fratelli d’Italia oppure quella Civitas guidata dal sindaco di Orvieto Roberta Tardani insieme all’assessore Paola Agabiti. Entrambe le soluzioni potrebbero determinare uno spostamento dell’asse della maggioranza a Palazzo Cesaroni. La giornata di ieri, però, ha squarciato il velo su un partito diviso, in difficoltà per risultati e tenuta. Il rischio che la faglia si allarghi c’é. La battaglia delle correnti si misura sulla corsa alle candidature al Parlamento: Virginio Caparvi in teoria col posto sicuro perché segretario regionale (per ora), Riccardo Marchetti, Luca Briziarelli, Valeria Alessandrini e l’incognita Stefano Candiani.
Ieri il carico lo ha messo Valerio Mancini tornando a riaprire la ferita del Pride Umbria patrocinato dalla giunta regionale contro il parere dei leghisti: «Se difendere la famiglia tradizionale significa meritarsi l’appellativo di medievale, allora sono fiero di esserlo», il messaggio fatto recapitare di sponda alla governatrice Tesei.
Bufera Lega, la Peppucci lascia il gruppo in consiglio regionale. Attacchi e veleni. Tutti gli scenari
Mercoledì 29 Giugno 2022 di Federico FabriziFin troppo facile l’assist offerto al centrosinistra: «La presidente Tesei è bloccata in una guerra di potere», hanno chiosato i capigruppo di opposizione in consiglio regionale.