PERUGIA - Parla di «stress» il certificato medico fatto pervenire al tribunale di Perugia da parte della responsabile di un asilo nido di Corciano accusata di maltrattamenti nei confronti di bambini da sei mesi a tre anni.
Secondo quanto ricostruito dall’accusa l’imputata «spingeva il cibo nella bocca di una bambina con il cucchiaio per farle ingoiare il cibo». Si raccontano «sculacciate», un bambino «preso per un orecchio» perché le costruzioni non erano state messe a posto: «Brutto sei, bruttissimo – è stato trascritto – muoviti a fare la pipì, non ti do più una costruzione, mai più te la do». Un altro spintonato fino a «farlo cadere a terra» e un altro ancora «preso con violenza per un braccio e trascinato in dormitorio».
«Deve escludersi – spiega il giudice per le indagini preliminari – che un eventuale intento educativo e correttivo dell’indagata possa costituire elemento dirimente per far rientrare il sistematico ricorso ad atti di violenza nei confronti di minori». Gli investigatori hanno svolto un mese di intercettazioni audio-video nell’asilo di Corciano – terminate poco prima di Natale – dopo aver raccolto la denuncia di un’educatrice che ha raccontato in caserma dei «comportamenti non appropriati verso i bambini» da parte della titolare: «Tutti i giorni li insultava e proferiva nei loro confronti frasi volgari, parolacce, soprattutto se stranieri, e anche contro i genitori assenti – si legge nelle carte giudiziarie -. Aveva modi indelicati e irruenti, e tali comportamenti – riferiva la denunciante – erano rivolti soprattutto verso quei bambini che avevano maggiori problematiche e difficoltà, per cui non erano in alcun modo in grado di raccontare ai propri genitori quanto accaduto in asilo». «Non me metti paura freghino, di qui comando io e tu non sei a casa tua», è una delle frasi registrate. Ma ce n’è un’altra intercettata: «Guarda che non ti do più da mangiare», poi spingeva a terra il ragazzino fino a farlo piangere e «strisciare a terra». «È spesso capitato che li lasciasse incustoditi – scrive il giudice di Perugia – come quando lasciò per diverso tempo l’unico bambino presente nell’asilo incustodito per consultare incessantemente il suo cellulare».
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