L'asilo delle violenze e quella bimba speciale bloccata per farle ingoiare il cibo: tutte le accuse alla maestra di Corciano

Sabato 1 Aprile 2023 di Egle Priolo
L'asilo delle violenze e quella bimba speciale bloccata per farle ingoiare il cibo: tutte le accuse alla maestra di Corciano

PERUGIA - «Volendo far mangiare (…), le si metteva alle spalle, con la mano sinistra le bloccava il capo contro il suo ventre e le infilava, spingendolo, il cucchiaio con il cibo all'interno della bocca: nel momento in cui la bambina iniziava a gridare, lei le urlava che non le interessavano le sue azioni; inoltre cercava di farle ingoiare del cibo, non considerando la situazione di pericolo». È questa una delle accuse più pesanti contestata dal pubblico ministero Mario Formisano alla titolare dell'asilo Giamburrasca di Corciano indagata per maltrattamenti e allontanata dalla sua struttura con il divieto di avvicinamento disposto dal gip Angela Avila.

Un'accusa ancora più pesante considerando che la piccola vittima delle presunte violenze è una bambina speciale, soffre di disturbo dello spettro autistico e certamente l'attenzione che le andava dedicata – oltre a non comprendere in nessun caso la violenza fisica - era diversa.

Se le accuse dovessero essere confermate, ovviamente. Quel passaggio del capo di imputazione è relativo alla denuncia fatta ai carabinieri della Stazione di Corciano da un'educatrice della stessa struttura che, come le altre colleghe, è estranea alle contestazioni della procura e a quelli che il giudice ha evidenziato come «gravi indizi di colpevolezza» che insieme al pericolo di reiterazione del reato hanno portato all'ordinanza di divieto di avvicinamento. Lunedì la donna, una 47enne molta nota a Corciano, educatrice e titolare del nido da anni, si presenterà proprio davanti al gip – assistita dagli avvocati Nicodemo Gentile e Daica Rometta – per spiegare le sue ragioni e contestare tutte le accuse. Il gip – che ha descritto «una spiccata pericolosità sociale» - si è già riservato l'eventuale applicazione di ulteriori misure interdittive richieste dal sostituto procuratore e quindi molto dipende da quello che la maestra spiegherà durante l'interrogatorio di garanzia.

Quando dovrà spiegare non solo la sua versione dei fatti raccontati dalla sua stessa dipendente, ma anche quanto raccolto in un mese di riprese audiovisive effettuate a sua insaputa dai carabinieri. La collega che ha denunciato per prima i fatti – ma risulta almeno un'altra denuncia di due genitori nel 2019 per le escoriazioni con cui il figlio di pochi mesi tornava a casa – ha raccontato come all'inizio del suo impiego al Giamburrasca la titolare le avrebbe detto «che quando i bambini non le ubbidivano o commettevano qualche marachella, doveva prenderli e dare loro una sculacciata come “insegnamento”. Era questa l'impostazione dell'indagata», ha ricostruito Avila. Un'impostazione quanto meno troppo rude che si sostanzia in diversi episodi ricostruiti dagli inquirenti, con bimbi strattonati, lasciati piangere al buio, insultati a parolacce irripetibili anche a un maggiorenne, ci si figuri davanti a bimbi tra pochi mesi e tre anni. Come la bimba «trascinata per un braccio» e poi sculacciata o messa «bruscamente a letto in posizione supina, con la testa rivolta verso il basso». O il bambino che rifiutava di mangiare apostrofato così: «Guarda che non ti do più da mangiare, va bene, ciao» e infine spinto «facendolo cadere a terra, battendo la nuca sul pavimento. In seguito a tale colpo, il bimbo iniziava a piangere, ma ella non se ne curava ed anzi lo spingeva, facendolo strisciare a terra, al fine di fare posto ad un'altra bambina che aveva afferrato per una gamba».
Una serie di comportamenti almeno inadeguati che adesso l'indagata dovrà spiegare. Ai magistrati prima e poi alle famiglie che le hanno affidato i loro figli.

Ultimo aggiornamento: 09:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA