Terni, super Tari dal Comune ai commercianti con mora. I titolari: «Non ci è mai arrivato un bollettino prima d'ora».

Giovedì 23 Marzo 2023 di Aurora Provantini
Terni, super Tari dal Comune ai commercianti con mora. I titolari: «Non ci è mai arrivato un bollettino prima d'ora».

TERNI - Diecimila euro a Pazzaglia e 26mila al Met. Ma anche 8mila, 21 mila, 12mila, 17mila. Cifre da capogiro che il Comune di Terni chiede ai titolari dei pubblici esercizi che hanno tenuto i tavolini all’aperto dal 2016 al 2020. Per le tasse sullo smaltimento dei rifiuti nelle aree esterne a bar e ristoranti dove si produce reddito e – si presume - anche rifiuti urbani, mai versate. «Ma neanche mai calcolate» - obiettano. Da regolamento, la tassa sullo smaltimento dei rifiuti va pagata pure per gli spazi pubblici. «Ma deve essere calcolata dal Comune e inviata di anno in anno. Infatti noi, di anno in anno, paghiamo la Tari relativa alla produzione presunta di rifiuti nella superficie coperta, senza battere ciglio. Anzi. Ce la siamo dovuta pagare anche quando eravamo chiusi, intendo durante il lockdown» - reclama Stefano Amici (Pazzaglia). Che è uno dei primi a ricevere la missiva da parte di Municipia, la società concessionaria del Comune di Terni per la riscossione dei tributi, che lo invita a pagare la tasse relativamente agli anni 2016, 2017, 2018, 2019, 2020.  Più gli interessi. «Quindi, oltretutto, ci dobbiamo fare carico pure delle sanzioni» - commenta.
E’ furioso. Chiama Confcommercio. Da largo Frankl (sede dell’associazione di categoria) gli viene detto che «si sta cercando di capire come risolvere la questione e che molti altri titolari di pubblici esercizi del territorio sono nelle sue stesse condizioni». Cioè furiosi. “Inorriditi”. Pronti ad occupare Palazzo Spada. Una battuta (sempre di Amici): «Pensano di far quadrare i conti con i nostri sacrifici? Disertano il consiglio comunale, non approvano il bilancio, litigano, poi vengono a chiedere più soldi a noi?» Non ci sta Amici. E non ci stanno in molti: qualcuno si è rivolto alle associazioni datoriali, altri agli studi commerciali di fiducia, alcuni ai legali.
Nella lettera: «Questo servizio tributario ha svolto l'attività di controllo delle superfici, così come disposto dalla vigente normativa, mediante l'incrocio con i dati comunicati dall'Agenzia del Territorio. Ad accettazione e tacita adesione dell’ avviso, li contribuente dovrà pagare l'allegato precompilato, che già contiene le sanzioni amministrative ridotte ad un terzo, entro e non oltre li termine per proporre ricorso». In pratica nel caso dei 10mila euro di importo Municipia suggerisce di pagarne appena 8mila subito e la storia si chiude qui. «Ma non ci pensiamo proprio » - il coro è unanime. «Il bollettino della Tari relativa agli spazi esterni non ci è mai arrivato. Se ci fosse stato recapitato e fossimo stati noi in difetto, bene le sanzioni, ma non abbiamo responsabilità»- la replica. Intanto in Confcommercio arrivano sempre più chiamate. Tutte per la stessa ragione.
Amici si è già studiato un documento e lo legge ad alta voce: «Il cittadino non è tenuto al calcolo della Tari dal momento che è il Comune a determinare l’importo della tassa e ad inviargli l’avviso di pagamento» - c’è scritto questo. Poi sbotta: «E pensare che per venire incontro alla categoria ci hanno concesso di raddoppiare l’occupazione di suolo pubblico quando era vietato mangiare all’interno dei locali. E per cosa? Per presentarci il conto alla fine del mandato elettorale?».

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